“Bene per gli screening ma il test molecolare rimane l’esame di riferimento”

Con l’espandersi dei numeri della pandemia di Covid 19, diventa sempre più importante il ruolo dei test diagnostici per il tracciamento dei contatti e per effettuare operazioni di screening. Come funzionano i tamponi rapidi? Sono davvero affidabili? Lo abbiamo chiesto al dottor Tommaso Trenti, direttore del Dipartimento interaziendale ad attività integrata di Medicina di Laboratorio e Anatomia Patologica dell’Ausl di Modena.

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Tommaso Trenti, direttore del Dipartimento interaziendale ad attività integrata di Medicina di Laboratorio e Anatomia Patologica dell’Ausl di Modena

Con l’espandersi dei numeri della pandemia di Covid 19, diventa sempre più importante il ruolo dei test diagnostici per il tracciamento dei contatti. Il tampone nasofaringeo che ci accompagna da marzo, resta l’esame più accurato, il gold standard per così dire, ma ha dei tempi di risposta lunghi in relazione al numero dei casi da testare nel caso in cui si renda necessario uno screening su un vasto pubblico.  Per tale ragione tutte le Aziende sanitarie della Regione hanno ricevuto e distribuito gran parte della prima quota di tamponi nasali rapidi del primo lotto di oltre 1 milione di pezzi, con risultato in un quarto d’ora, dedicati ai Dipartimenti di sanità pubblica del territorio, per aumentare i controlli alla ricerca del virus. “Contro questo virus che non ci lascia tregua fare più controlli è la migliore arma che abbiamo a disposizione: più tamponi riusciamo a effettuare, più possiamo isolare i positivi e cercare di arginare la diffusione del contagio, tutelando la salute nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in tanti altri luoghi vitali per i nostri cittadini”, ha dichiarato Raffaele Donini, assessore alle politiche per la salute. Ma come funzionano i tamponi rapidi? Sono davvero affidabili? Lo abbiamo chiesto al dottor Tommaso Trenti, direttore del Dipartimento interaziendale ad attività integrata di Medicina di Laboratorio e Anatomia Patologica dell’Ausl di Modena.

Dottor, Trenti, in cosa si differenziano i tamponi rapidi da quelli oro-nasofaringei classici?

“In genere si effettua il test diagnostico su tampone oro-nasofaringeo con metodica molecolare, capace di rilevare la presenza dell’Rna del virus SARS-CoV-2 nel campione biologico. E’ un esame altamente sensibile e specifico perché permette di identificare i geni bersaglio propri del virus identificando geni target, ovvero si misura la presenza di specifiche sequenze di Rna virale, questo tipo di esame è complesso e l’esecuzione in laboratori estremamente specialistici sia per tecnologie complesse che competenze professionali. I test antigenici invece identificano la presenza del virus nel campione biologico tramite la determinazione delle proteine virali, in particolare di quelle sono presenti nel suo rivestimento, chiamate antigeni. Quando questi antigeni sono evidenziati dalla presenza di uno specifico anticorpo il risultato di questa reazione può essere qualitativo, per presenza/assenza della reazione a lettura visiva diretta da parte di un operatore (la classica saponetta con le barrette) oppure può essere effettuata mediante una strumentazione che fornisce un risultato quantitativo”.

A Modena stiamo scontando un forte ritardo nella refertazione dei tamponi da processare cosa sta succedendo?

“A fine mese, come conseguenza della forte ripresa della pandemia, abbiamo avuto una grande richiesta di tamponi molecolari con un ritardo ora completamente recuperato grazie all’introduzione di nuove strumentazioni e personale nel laboratorio di Virologia del Policlinico di Modena e all’attivazione di una nuova area di diagnostica molecolare allestita nei laboratori dell’Ospedale di Baggiovara per l’esecuzione dei tamponi molecolari. Al momento siamo riusciti a riportare i tempi di refertazione entro le 24-48 ore e vengono eseguiti oltre 3.000 esami molecolari al giorno”.

I tamponi rapidi sono affidabili?

“E’ un test nato per lo screening, per dare un risultato in pochi minuti. Hanno una minore sensibilità rispetto all’antigenico, quindi vengono utilizzati per sottoporre a screening delle categorie. Il test molecolare rimane l’esame di riferimento riconosciuto internazionalmente per avere un’adeguata sensibilità e specificità cliniche e quindi in grado di determinare anche la presenza di una bassa carica virale in soggetti asintomatici o pre-sintomatici. Il test antigenico può essere utile quando si voglia una risposta analitica rapida e organizzativamente sostenibile, consentendo una risposta in 15-30 minuti. La strumentazione analitica inoltre è facilmente trasportabile e implementabile in postazioni decentrate, come a Modena”.

Il Test Antigenico Rapido Covid-19 è sostanzialmente un test di screening, è preferibile rispetto il test sierologico? 

“Sono due metodiche differenti, che hanno senso nell’ambito di un’organizzazione di sistema che prevede molteplici opportunità per sottoporre a screening molte e diverse categorie di persone. Un sistema che, lo ricordiamo, mantiene poi la centralità del test molecolare”.

In quali contesti è raccomandabile l’impiego di tamponi rapidi?

“In molte situazioni – spiegano dall’Ausl di Modena – il test rapido è effettuato per avere un risultato veloce: la fotografia di una classe scolastica, per consentire al Dipartimento di sanità pubblica di valutare eventuali provvedimenti, ma anche di una Casa residenza anziani, o del paziente che accede al PS dove possono esservi situazioni di estrema urgenza. Parliamo di percorsi di “screening” di categorie. Resta il fatto che il test molecolare, come detto, rimane il test di riferimento per determinare la positività”.

Al momento i tamponi rapidi sono utilizzati presso la postazione drive through di Modena, dove vengono utilizzati per lo screening sulla popolazione scolastica. L’obiettivo è quello di estendere il servizio su tutta la provincia e su altre categorie, in base alle indicazioni regionali, per circoscrivere, e quindi contenere, in maniera ancora più efficace e veloce la diffusione del contagio: tra gli usi previsti e comunicati dalla Regione ci saranno i controlli sui contatti stretti dei positivi per la chiusura, dopo 10 giorni, della quarantena, i controlli sui pazienti che accedono ai Pronto soccorso; e ancora, nelle strutture sociosanitarie come le Cra, per lo screening periodico di operatori e ospiti e per i visitatori, oltre che per indagini epidemiologiche sulle categorie professionali o le fasce d’età più a rischio.

Jessica Bianchi

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