Questa seconda ondata epidemica è impegnativa, in ragione del numero di persone che le aziende sanitarie si trovano a gestire. Da una parte è evidente il carico sugli ospedali e sulle strutture assistenziali, su cui si lavora recuperando continuamente posti letto sia per i pazienti covid che per i non-covid. L’altro fronte è la presa in carico delle persone positive al covid e dei loro contatti stretti al domicilio, attraverso il lavoro del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl.
Versante che, come denunciato da numerosi cittadini, presenta numerose criticità. Tanti i positivi che dopo giorni non sono ancora stati contattati dal Dipartimento di Sanità pubblica o che non hanno ricevuto l’appuntamento per effettuare il tampone di controllo e mettere così fine all’isolamento obbligatorio.
“Abbiamo in carico e gestiamo, tra positivi e contatti stretti, circa 15mila persone, mentre nel marzo scorso il numero di positivi non ha superato le 3mila. Una situazione, questa, – spiega Sabrina Amerio, direttrice amministrativa – che impegna le nostre strutture sanitarie dove gli operatori sono impegnati nell’assistenza ai pazienti, ma anche il Dipartimento di Sanità pubblica. Questo perché è lì che si svolgono attività rilevanti nella gestione e nel contenimento dell’epidemia, dalla programmazione dei tamponi al tracciamento, dalla sorveglianza sanitaria fino all’attività del call center che deve rispondere alle richieste dei cittadini.
Siamo consapevoli che abbiamo incontrato momenti di criticità. L’Ausl è al lavoro per rispondere efficacemente a una richiesta che è sempre crescente e mette in difficoltà i cittadini. Così come è stato possibile riportare i tempi di refertazione dei tamponi e comunicazione dell’esito alle 24/48 ore stiamo intervenendo per risolvere progressivamente i problemi”.
Di quelle 15mila persone in carico all’Ausl, vi è ancora una coda di persone che il Dipartimento sta progressivamente contattando, in aggiunta ai nuovi positivi del giorno; coda che si sta accorciando. La Sanità pubblica vede l’impegno di circa 420 persone totali, rispetto alla normale dotazione del Dipartimento che, in tempi normali, conta una cinquantina di addetti alle varie operazioni di controllo delle malattie infettive. Si tratta di figure già in forze al dipartimento, altre che sono state in parte riconvertite a queste attività – personale interno all’azienda che oggi, dopo una formazione, si dedica alle attività di sorveglianza e call center – ma anche persone che sono state assunte ex novo. Oltre 270 sono le persone che in questi modi sono state impegnate nelle attività del Dipartimento di via Martiniana con funzioni di sorveglianza, contact tracing, isolamenti, gestione casi in CRA e scuole, call center ecc. Ad essi si aggiungono altri 150 operatori sui distretti, con funzioni di monitoraggio casi/contatti isolati/quarantenati.
In questa fase di emergenza, anche il personale amministrativo Ausl è stato chiamato a prestare collaborazione nelle attività di supporto al tracciamento. “Sia nella sede della Direzione generale che nei distretti sanitari l’Azienda ha fatto una chiamata al personale amministrativo che ha risposto con entusiasmo – precisa Amerio –; in questo modo abbiamo reclutato circa 60-70 persone che da questa settimana hanno iniziato queste attività di contatto con i cittadini”.
Se sui tempi di refertazione dei tamponi e l’invio delle e-mail di inizio isolamento si stanno recuperando i ritardi, la difficoltà rimane ancora a livello del call center, che in questi giorni riceve oltre 12mila chiamate al giorno con picchi, nella settimana scorsa, di 27mila chiamate.
“Con numeri di questo tipo è evidente che il centralino possa andare in difficoltà e a noi dispiace moltissimo perché non riusciamo a fornire il servizio che vorremmo. Il centralino è stato potenziato con 20 unità di personale aggiuntive che lavorano con il nuovo orario dalle 8 alle 20 da lunedì al sabato, mentre altri 6 operatori arriveranno la prossima settimana per cercare di rispondere alle necessità sempre crescenti, consapevoli tuttavia che con numeri di questo tipo è molto difficile offrire un servizio adeguato. Al di là di creare task force che cercano di risolvere le criticità del momento – spiega Sabrina Amerio –, stiamo valutando modelli organizzativi più vicini ai cittadini, spostando molte di queste attività nei distretti. Stiamo ad esempio portando le attività di sorveglianza sul territorio poiché riteniamo che a livello distrettuale sia possibile una miglior presa in carico delle persone covid positive.
Siamo coscienti e dispiaciuti delle difficoltà che stanno vivendo i nostri cittadini stiamo cercando di lavorare in tempi strettissimi per rendere i nostri servizi più adeguati alle necessità del momento. Vorrei comunque ringraziare tutti i nostri operatori per l’impegno e la disponibilità dimostrati: a ciascuno di loro va un sincero ringraziamento della Direzione aziendale per il senso di responsabilità che tutti hanno mostrato in questo periodo”.