Il mondo sportivo, e in particolare quello del fitness carpigiano, non sta con le mani in mano, neppure in queste settimane in cui, per le palestre, si è determinata una seconda chiusura totale a causa delle misure adottate per limitare i contagi da Covid-19.
Sono nove i referenti delle realtà del fitness a essersi incontrati, in rappresentanza di cinque palestre – Club Giardino A.S.D., Health Club, Omnia Club, Pantheon Club e S.G. La Patria 1879 – per immaginare iniziative e strategie condivise per ripartire il meglio possibile quando il periodo di chiusura sarà terminato.
È uno spirito propositivo, di rete e intraprendenza, quello che anima, pur nelle innegabili difficoltà, il settore del fitness del territorio, che a tempi eccezionali vuole rispondere mettendo in circolo idee, buone prassi e collaborazioni in grado di fare recuperare il prima possibile il tempo perso.
Questo il commento dei responsabili – Davide Bellei (Club Giardino), Simone Apparuti e Cesare Traldi (Health Club), Umberto Berardi, Federica Amadei e Debora Meda (Omnia Club), Andrea Braghiroli e Paolo Prampolini (Pantheon Club), Cristina Luppi (S.G. La Patria 1879): “La situazione è complessa per molti settori dell’economia – spiegano – ma per le palestre è davvero difficile. Questo periodo di stop, arrivato dopo che erano stati realizzati investimenti anche cospicui per svolgere le attività in sicurezza, rispettando pedissequamente le norme contenute nei vari decreti che sono andati alternandosi, ha rappresentato un ulteriore colpo per un settore che, è bene non dimenticarlo, vede occupate un numero non trascurabile di persone, oltre a rappresentare un presidio di salute sia fisica che psicologica per i cittadini, molto provati dai lunghi periodi di isolamento e inattività che hanno connotato questo 2020. Nonostante tutto questo, siamo abituati all’impegno, alla resilienza e vogliamo elaborare idee innovative e strategie per ripartire il meglio possibile non appena ci sarà concesso di farlo.
Faremo del nostro meglio, mettendocela tutta, come sempre: lo dobbiamo a tutte le persone che ogni giorno, frequentando i nostri centri, trovano un luogo piacevole in cui coltivare una vita, quella vita sana che il virus ha, in così tanti, terribili sensi, cercato di strapparci via”.