Ha iniziato la campagna elettorale in modo virtuale con discorsi in streaming e podcast, ha indossato costantemente la mascherina, agli eventi in campagna elettorale ha concesso la partecipazione soltanto a un numero limitato di persone e ha tenuto comizi ‘drive in’ dove i partecipanti sono rimasti dentro o vicino alle loro auto per evitare il contagio: quella di Joe Biden non è una scelta dettate esclusivamente dalla necessità personale di proteggersi tenendo conto dei suoi 78 anni, ma una scelta politica e propagandistica che lo ha ripagato.
Ha perso chi ha minimizzato la reale pericolosità della malattia e deriso chi porta la mascherina, ha vinto chi ha proposto di intensificare i test e renderli accessibili a tutti gli americani.
Non era così scontato: l’America più profonda è sempre stata scettica ma di fronte alla conta dei 237.000 morti ha maturato la consapevolezza di quanto grave fosse la situazione e quegli stessi over 65, tradizionalmente repubblicani, che avevano votato in massa per Trump quattro anni devono avergli girato le spalle: ad essere decimata dal coronavirus è la popolazione anziana la cui disapprovazione per la gestione della pandemia è stata crescente. È così che l’America ha eletto il presidente più anziano della sua storia con il sostegno determinante dei suoi coetanei.
La colpa del coronavirus non è certo di Trump ma la responsabilità della gestione della pandemia è sua: c’è stato un momento in cui Trump ha incrementato la sua popolarità grazie al coronavirus aumentando le sue apparizioni in diretta tv, promettendo dollari a pioggia per tutti, riducendo al silenzio l’opposizione.
Se lo ricordino i nostri politici a tutti i livelli e di qualsiasi colore: semmai si andrà un giorno a votare sarà il coronavirus ad eleggervi!
Sara Gelli