Come eravamo…

E’ il commercio l’ambito della ricerca affidata a Luciana Nora nel volume che celebra il trentennale di Confesercenti Carpi pubblicato nel 2001. Grazie a lei, la sezione etnografica dei Musei di Palazzo Pio ha offerto alla città contributi preziosi per ricostruire storia e costumi locali. In Commercianti si nasce… specialmente a Carpi, Luciana Nora scrive anche della trasformazione in atto dagli Anni ’50.

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Fine anni ’40 Farmacia Operaia. Foto Gasparini 

E’ il commercio l’ambito della ricerca affidata a Luciana Nora nel volume che celebra il trentennale di Confesercenti Carpi pubblicato nel 2001. Grazie a lei, la sezione etnografica dei Musei di Palazzo Pio ha offerto alla città contributi preziosi per ricostruire storia e costumi locali. In Commercianti si nasce… specialmente a Carpi, Luciana Nora scrive anche della trasformazione in atto dagli Anni ’50.

“Nel 1964 l’assenza di un supermercato a Carpi veniva presentata come un problema sul quale si apriva un sondaggio di pareri tra i consumatori locali. In linea di massima gli intervistati erano tutti d’accordo nell’asserire che anche Carpi dovesse avere un supermercato, visto tra l’altro come tangibile segno di una sua promozione, oltreché di possibile (seppur non certo) risparmio e, nel contempo, esprimevano la necessità di individuare misure che lo conciliassero con gli interessi dei tanti negozianti presenti sul territorio.

Seconda metà anni ’50. Vetrina dell’oreficeria Valenti sotto il portico di Corso Alberto Pio

Tra l’altro, specie da parte femminile, il sostegno a questa struttura distributiva traeva la seguente motivazione: “C’è da tener presente che le donne a Carpi… devono fare tante cose per cui lamentano una terribile penuria di tempo a disposizione per le compere e il giro dei negozi. Questo poco tempo potrebbero impiegarlo in rapidi acquisti in un grande magazzino che presenta concentrata una grande varietà di prodotti. Esse inoltre non dovrebbero sostare per attendere di essere servite, ma al contrario potrebbero servirsi da sole”.

(…) Erano gli anni in cui l’Ente Comunale Tessuti cambiava rotta e si indirizzava sulla confezione. Nel volgere di un tempo brevissimo rispetto all’antichissima tradizione, i sarti si trovarono privi di clienti e non pochi si adattarono a correggere ed aggiustare i capi finiti, altri cambiarono mestiere mentre i più anziani chiudevano bottega.

Anche le drogherie subirono il contraccolpo da trasformazione; l’ultimo di detti esercizi, anch’esso con una lunga tradizione alle spalle, quello dei fratelli Saetti, in centro, sotto il Portico del Grano, ha cessato l’attività nel 1984.

“Un tempo a Carpi di drogherie ce n’erano tredici o quattordici… Una volta c’erano costumi di alimentazione diversi da quelli del giorno d’oggi. Per esempio, tutti in paese o in campagna, macellavano, i masèven al pòrch, e allora per condire il maiale, bisognava andare in farmacia o in drogheria: erano i droghieri che preparavano con il mortaio: pestavano il pepe, la cannella… la gente veniva in drogheria perché voleva cinquanta grammi di spezie preparate da noi, per fare certi condimenti, per il ragù, per gli umidi… quelle spezie oggi si vendono in bustine o nei barattolini ma non sono neanche parenti con quelle che preparavamo noi. Adesso è tutta roba macinata che, la macinazione, elimina i sapori, invece a pestare col mortaio si esaltano…”.

Metà anni ’50. Concessionaria Solgas gestita da Nunzio Vaccari in corso Cabassi 
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