Biacco, serpente non pericoloso: “non uccidetelo”

In una settimana sono stati avvistati tre esemplari di biacco nella zona di via Longhena accanto al Parco Magazzeno. L’appello dei volontari dell’Oasi La Francesa: “mordono ma non sono velenosi, basta allontanarli”.

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In una settimana sono stati avvistati tre esemplari di biacco nella zona di via Longhena accanto al Parco Magazzeno. “Il più grande, lungo 95 centimetri è stato schiacciato dalle ruote di un’auto che transitava mentre gli altri di due di taglia più piccola hanno attraversato il nostro giardino” spiega un residente. L’erba viene tagliata regolarmente nella porzione di parco frequentato dalle famiglie ma la natura la fa da padrona nella parte restante verso via Rossetti e qui può aver trovato casa il biacco. I residenti si chiedono se c’è pericolo, cosa si può fare e se devono rassegnarsi a convivere con questo serpente.
A rassicurare gli animi sono i volontari dell’Oasi La Francesa che custodisce diversi esemplari. “Si può dire che siano pochi i superstiti rimasti nelle nostre zone dove hanno trovato nuovi nemici come gli animali domestici o le volpi e un habitat sempre più ostile perché povero di siepi, luoghi privilegiati da queste bisce la cui termoregolazione è estremamente delicata. Nelle nostre zone il biacco c’è da sempre come nel resto d’Italia, tranne in Sardegna. Oltre al biacco, nella nostra zona ci sono altri due rettili: la natrice dal collare e la natrice tassellata che, diversamente dal biacco che è terricolo, vivono preferibilmente in acqua”.
Il suo nome scientifico è Coluber viridisflavus, nero nella parte superiore, giallo e verde in quella inferiore, ed è prezioso come risorsa di biodiversità perché si ciba di topi, ramarri e lucertole. “Non è velenoso ma tende a mordere se infastidito. Come tutti i serpenti ha i denti al contrario e quando viene minacciato si innalza, spalanca la bocca e soffia forte ma basta poco per spaventarlo e farlo filare via. La cosa migliore è battere i piedi a terra perché i serpenti sono sordi e avvertono le vibrazioni attraverso l’addome”.
Questo è il periodo in cui inizia la quiescenza invernale e il biacco va in letargo per tre o quattro mesi senza perdere peso perché i processi metabolici sono estremamente rallentati. Quando si risveglierà ai primi tepori per prima cosa penserà a riprodursi, prima ancora che a mangiare. La specie è protetta, così come lo sono tutti gli altri rettili presenti in regione: i volontari dell’Oasi La Francesa invitano pertanto a non uccidere i serpentelli, cercando di allontanarli senza toccarli.
Sara Gelli