Lasciate ogni speranza o voi che entrate…

Nessuno si aspetta che le aree boscate si trasformino in giardini addomesticati ma non possono nemmeno essere totalmente abbandonate a se stesse.

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Lasciate ogni speranza o voi che entrate… il monito di dantesca memoria è quanto mai appropriato per chi, improvvido, decidesse di varcare l’area boscata che sorge a ridosso degli orti di via Baden Powell.

L’intricato boschetto, che sarà annesso al futuro Parco della Cappuccina, sta letteralmente cadendo a pezzi. Basta farsi largo tra gli alberi, o per meglio dire, tra quel che ne resta, per rendersene conto: numerosi pini svettano completamente secchi, altri, morti da tempo, sono pericolosamente sorretti dai tronchi vicini ma basta un colpo di vento per farli schiantare al suolo. Il terreno è ricoperto da un tappeto di rami spezzati e gli alberi ad alto fusto che resistono sono ricoperti fin sulla cima da un fitto strato di edera. Un cartello posto all’ingresso avverte “Attenzione, pericolo caduta alberi e rami” d’altronde si sa in queste aree, come del resto in quelle boschive naturali, l’uomo può imbattersi in pericoli, ostacoli, buche, rami e alberi spezzati funzionali alla vita dell’ecosistema; il degrado che naturalmente avviene rappresenta infatti l’opportunità di azione di processi di umificazione del suolo e fonte di nutrimento e riparo per insetti e animali.

Certo nessuno si aspetta che questi siti si trasformino in giardini addomesticati ma non possono nemmeno essere totalmente abbandonati a se stessi. Un minimo di sicurezza deve poter essere garantito e se il Comune se ne lava le mani, d’altronde il cartello è stato affisso e pertanto ogni responsabilità declinata, a correre in aiuto dei frequentatori di queste aree potrebbero essere le associazioni ambientaliste di Carpi, così come la Lipu si è fatta carico della gestione dell’Ex Crea ad esempio. La domanda è: avranno la forza di farsi carico della manutenzione leggera della quindicina di aree boscate disseminate per il territorio carpigiano?

Una cosa è certa, prima il Servizio Verde Pubblico dovrebbe eliminare almeno gli alberi secchi – i cui tronchi potrebbero essere lasciati lì a degradarsi naturalmente per non intaccare l’habitat – dopodiché la palla potrebbe essere lasciata ai volontari.

Persone che, lo ricordiamo, si occupano già delle manutenzione del verde in alcune rotonde, aiuole e aree pubbliche.

Jessica Bianchi

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