I Ride Straight, il gruppo tributo della band londinese Dire Straits fondato dal frontman carpigiano Alessandro Mancini, dopo anni di lavoro e ricerca, tornano a esibirsi con una nuova formazione composta da nove musicisti che hanno ben chiaro il concetto di fare musica insieme, ricalcando le sonorità della storica band di Mark Knopfler. Il primo concerto è in programma sabato 26 settembre, alle 21,30, presso l’area verde della Parrocchia di Budrione, a cui seguiranno presto altri eventi. Il nuovo progetto dei Ride Straight è partito ad agosto ed è stato reso possibile dalla partecipazione di un noto batterista carpigiano, Max Po, che in passato ha suonato con Patty Pravo, Irene Grandi e altri grandi artisti italiani, e dalla preziosa collaborazione di tutti gli altri membri: Alessandro Mancini (voce e chitarra solista), Alessandro Brachetti (chitarra ritmica e cori), Francesco Porcu (pedal steel guitar), Stefano Baraldi (sax, cori e colori ritmici), Massimiliano Gallesi (vintage key boards), Andrea Goldoni (modern keyboards e cori), Luca Verri (basso) e Nicola Vaccari (percussioni).
Da cosa si distingue la vostra tribute band dei Dire Straits dalle altre?
“Innanzitutto perché siamo in tanti sul palco – spiegano i componenti della band – e questo richiede un coordinamento tecnico incredibile, e poi perché siamo tra i pochissimi musicisti in Italia a esibirci con la pedal steel guitar, uno strumento a corde molto particolare che si suona con una barra di metallo”.
Come vi siete infatuati della musica dei Dire Straits e qual è la vostra canzone preferita?
“Siamo tutti legati dalla storia della musica degli Anni ‘70-’80-’90 in cui c’erano band di straordinaria qualità e capacità, che agivano principalmente per talento e passione, ed erano estranee alle logiche commerciali di oggi. Per questo era facile innamorarsi delle loro canzoni. Il brano che più ci tiene uniti è On Every Street, la canzone che dà il titolo a un celebre tour dei Dire Straits in cui era già stata inserita la pedal steel guitar, e la loro musica si era già evoluta a livelli tecnici pazzeschi”.
Chi rappresenta meglio oggi la loro tradizione?
“Purtroppo nessuno. E’ diventato molto difficile trovare sonorità e idee così originali oggigiorno, e le tribute band trovano largo seguito proprio perché riportano in vita un modo di fare musica che non esiste più. I Dire Straits si sono sciolti ufficialmente anni fa, e noi cerchiamo di reinterpretare al meglio il loro messaggio con tanto impegno, rispetto per la musica con la M maiuscola e per il pubblico”.
Chiara Sorrentino