Campo Fossoli. E’ questo il nome della nuova applicazione sviluppata da Fuse*Factory su indicazione della Fondazione Fossoli che permetterà ai visitatori di scoprire il sito di via Remesina in modo innovativo e coinvolgente.
Chiunque si recherà al campo senza l’ausilio di una guida potrà scaricare gratuitamente la App e immergersi nella storia stratificata di questo complesso luogo.
La natura del Campo di Fossoli è infatti del tutto peculiare: all’interno del suo perimetro si sono intrecciate numerose vicende del Novecento, dall’internamento dei prigionieri di guerra inglesi da parte del Regio esercito, a Campo di concentramento per cittadini di origine ebraica della Repubblica Sociale Italiana, a campo poliziesco e di transito utilizzato dalle SS prima di trasferire gli internati verso le destinazioni finali nei Lager nazisti in Germania, Austria e Polonia, senza dimenticare, nel dopoguerra, il suo utilizzo come centro di raccolta per profughi stranieri, passando poi per la comunità di Nomadelfia, sino al Villaggio San Marco, fondato dai profughi giuliani e dalmati provenienti dall’Istria.
“Da oggi è possibile ascoltare i tratti essenziali della storia del campo attraverso le voci di coloro che qui si sono susseguiti. Questo strumento non sostituisce la visita reale al contrario la accompagna. Tra una tappa e l’atra del percorso, vi sarà anche il tempo dello sguardo e del silenzio perché – spiega Marzia Luppi, direttrice della Fondazione Fossoli – l’impatto emotivo del campo è forte e necessita di essere metabolizzato per essere percepito nella sua pienezza”.
Scaricando l’applicazione – che verrà presentata al pubblico il 4 ottobre, giorno in cui avverrà la prima visita guidata del campo aperta a tutti – sul proprio dispositivo il visitatore potrà seguire un percorso composto da una sequenza di tappe: cuore della visita sarà l’ascolto, con le immagini che giocheranno un ruolo di accompagnamento, affinché lo sguardo possa essere libero di vagare sul paesaggio in cui è immerso. Un viaggio affascinante fatto di mappe, video e ricostruzioni audio. Presente anche un itinerario emotivo, composto dalle tracce, ovvero dalle testimonianze di chi, il campo, lo ha vissuto.
“La sfida nello sviluppo della App – racconta Mattia Carretti di Fuse*Factory – è stata quella di cercare un filo conduttore tra le innumerevoli storie di chi è transitato qui nel corso del ‘900 e, allo stesso tempo, tentare di trasmettere la potenza di questo luogo. Abbiamo creato una piattaforma flessibile, implementabile, affinché nel tempo possa continuare ad arricchirsi di nuovi contenuti invitando così le persone a tornare per provare un’esperienza sempre differente”.
“Uno strumento tecnologico – conclude Marzia Luppi – che costituirà un ausilio prezioso anche per le scolaresche, un vero e proprio supporto di lavoro per i nativi digitali. Questa App, frutto di tanto lavoro, coniuga il rigore dell’indagine storica ai racconti dei testimoni, ne siamo davvero orgogliosi”.
J.B.