I ricordi prendono vita

Carlo Rossi, 92 anni, di Carpi ha vissuto in campagna fra gli attrezzi per lavorare i campi, produrre il vino e il pane, fare il bucato e ne conserva intatta la memoria che prende forma attraverso le sue mani. Con la carta vetrata e la lima modella il legno per ricreare in miniatura il mondo contadino e le sue tradizioni affinché non vadano perdute.

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Carlo Rossi

Carlo Rossi, 92 anni, ha vissuto in campagna fra gli attrezzi per lavorare i campi, produrre il vino e il pane, fare il bucato e ne conserva intatta la memoria che prende forma attraverso le sue mani. Con la carta vetrata e la lima modella il legno per ricreare in miniatura il mondo contadino e le sue tradizioni affinché non vadano perdute.

Da più di dieci anni nel garage sotto casa a Carpi ha allestito il suo laboratorio dove resta per ore e ore finché la moglie non lo richiama: sugli scaffali sono esposti i modelli realizzati negli ultimi dieci anni, un passatempo prezioso perché restituisce a noi dettagli della vita quotidiana di settant’anni fa. La camera da letto con il prete per riscaldare il letto con le braci, la tinozza per lavare il bucato, l’arnese per impastare il pane e i carri che venivano usati in campagna trainati dai cavalli per arare, dissodare, solcare la terra. C’è anche al coreg dove venivano tenuti i pulcini.

In tutto sono circa ottanta pezzi custoditi con cura. “Non sono in vendita ma ho realizzato alcune mostre personali” spiega Rossi che cede solo alle richieste dei pronipoti ai quali regala i pezzi doppi. “So che è un brutto momento a causa del Coronavirus – aggiunge – ma volevo solo mostrare le cose che si possono fare anche se si è anziani”.

Ormai prossimo ai 93 anni, Carlo Rossi è un signore molto in gamba: guida ancora l’automobile anche se non se la sente più di andare in bicicletta. La sua è stata una vita di lavoro, prima nella campagna di Rovereto dopodiché ha maturato la scelta di lavorare come dipendente (“facevo nascere i pulcini”). Nonostante gli impegni familiari come padre e poi come nonno (ha due figli, nipoti e pronipoti) e nonostante il lavoro, Carlo ha sempre fatto volontariato, “con gli anziani della struttura protetta”.

Non c’è nessuna rievocazione nostalgica per le tradizioni popolari nelle sue parole e nessun rimpianto per quel mondo contadino che è andato completamente perduto. Che ne sarà di questa collezione? “Non lo so, non ci ho ancora pensato” ammette Rossi alle prese con la lavorazione delle ruote del nuovo carro che sta realizzando. “Sono la parte più difficile visto che io faccio tutto a mano, senza nessuna macchina” conclude soddisfatto.

Sara Gelli

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