Lo hanno già ribattezzato lo sport del Terzo Millennio. Il suo segreto? E’ divertente, a misura di tutti e non appena metti piede in campo inizi a divertirti anche se non hai mai tenuto in mano una racchetta. Di cosa stiamo parlando? Del Padel naturalmente, la nuova, perlomeno nel nostro Paese, frontiera del tennis. La disciplina è nata negli Anni Settanta in Messico grazie a Enrique Corcuera: “il ricco proprietario terriero decise di affiancare alla sua villa di Estipac un campo da tennis, in cui potersi dilettare con gli amici. Si narra però che il messicano sbagliò nella valutazione dello spazio e non considerò la presenza dei muri, dovendo quindi adattare il campo da gioco. Ma la vera innovazione fu l’utilizzo stesso delle pareti: dopo un rimbalzo prima nel campo avversario ed eventualmente sul muro, il gioco poteva continuare senza noiose interruzioni. Nacque così il Padel. Dal Messico ha letteralmente conquistato dapprima il Sud America, basti pensare che in Argentina è il secondo sport più popolare dopo il calcio, per approdare poi in Spagna dove le pareti di cemento sono state sostitute con delle apposite vetrate”, spiega il torinese Fabrizio Rostagno, creatore insieme ad alcuni soci del gruppo Padelm2, tra i primi a scommettere su questo sport in Italia.
A consacrare nel nostro Paese il Padel sono stati i calciatori Totti e Mancini: da quando hanno preso in mano la racchetta è scoppiata, neanche a dirlo, la Padel mania. Il risultato? Oggi la “gabbia” vetrata spopola tra grandi e piccini, uomini e donne: “il gioco è più lento del tennis poiché vengono utilizzati dei racchettoni realizzati in gomma, fibra di vetro e carbonio, che rallentano la velocità della pallina e le misure del campo sono ridotte. Si gioca sempre in coppia e il divertimento è assicurato”, prosegue Rostagno. Ora questa disciplina è finalmente approdata anche a Carpi grazie alla collaborazione tra il gruppo Padelm2 e Coopernuoto. Presso la piscina comunale di Carpi e quella di Mirandola, infatti, sono stati realizzati rispettivamente quattro e due campi, coordinati da Stefano Severi e Matteo Piazzi, in cui mettersi alla prova: “abbiamo immediatamente creduto in questo connubio. I nostri impianti vantano vari servizi – ha sottolineato il direttore Luca Paltrinieri – e quindi abbiamo accolto con piacere l’opportunità di allargare la nostra offerta. Il Padel continua a crescere e a raccogliere consensi, basta provare una volta e poi non se ne può più fare a meno. Un gradimento che ci spingerà, quest’inverno a coprire e riscaldare i campi affinché i giocatori possano continuare a praticare il loro sport del cuore anche durante la stagione fredda”. Insomma, gli fa eco Rostagno, “un modo piacevole per fare movimento e trascorrere del tempo insieme all’aperto, immersi in un bel parco verde”.
“Noi siamo un po’ i surfisti del tennis – sorride Stefano Severi – perché il Padel fa rima soprattutto con divertimento e socializzazione. Al termine di ogni partita infatti scatta sempre il terzo tempo. Sul campo si accorciano le distanze e diverse generazioni di giocatori interagiscono insieme. Questo è uno sport per tutti e di tutti, vi sono tornei misti, dove uomini e donne giocano insieme, ve ne sono persino alcuni dedicati a padri e figli… insomma tutti possono avvicinarsi a questa disciplina poi, chi lo vorrà, potrà crescere, facendo corsi e migliorando il proprio livello”.
Jessica Bianchi