Disabili, la gioia di tornare al Centro

“La cosa più bella è stata vedere la gioia dei ragazzi quando sono tornati al Centro. Abituati alla loro routine non li avevamo mai visti esprimere così apertamente la loro felicità quando si sono potuti riappropriare di ciò che il Covid aveva tolto loro: i rapporti e i luoghi dove vivevano abitualmente” afferma Sergio Zini, presidente della coop Nazareno.

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Sergio Zini

Paolo è concentrato a cucire la pelle per realizzare una cintura mentre Elisa si occupa di fare i fori. Le attività al Centro Diurno per disabili della Cooperativa sociale Nazareno dove i ragazzi con disabilità, terminato il periodo della scuola dell’obbligo, sperimentano orari e mansioni di un lavoro vero e proprio sono riprese in presenza dopo i mesi di chiusura per l’emergenza sanitaria. Ai laboratori creativi come quello di falegnameria si affiancano le attività ricreative, di animazione e la fisioterapia: ognuno ha un suo percorso che partendo dalle potenzialità individuali permette lo sviluppo della maggior autonomia possibile nella quotidianità dall’igiene personale alla lavanderia, fino alla cucina.

I centri diurni Emmanuel socio-riabilitativo e Atelier Manolibera socio-occupazionale, gestiti dalla Nazareno a Carpi, hanno riaperto nel rispetto delle norme anti-covid. “Abbiamo creato – spiega il presidente Sergio Zini – piccoli gruppi stabili in cui ognuno indossa gli adeguati dispositivi di protezione individuale, per quanto i ragazzi riescano a portarli perché alcuni proprio non ce la fanno. Ogni gruppo ha a disposizione la propria area per svolgere le attività evitando contatti trasversali tra un gruppo e l’altro. Ancora non si può usufruire della mensa ma i turni si svolgono regolarmente alla mattina e al pomeriggio. Tutti abbiamo fatto il test sia gli operatori sia gli ospiti”.

C’è chi, per la paura del contagio, non è ancora rientrato in presenza ed è ancora a casa. “L’ottanta per cento delle famiglie ha aderito immediatamente ma alcuni hanno qualche remora e stanno aspettando di vedere come andrà. Di fatto abbiamo ancora la possibilità di rispondere a quelli che sono rimasti a casa che si possono aggiungere perché c’è ancora spazio nel pieno rispetto delle norme previste dalle direttive regionali” spiega Zini.

In questi mesi di lockdown i genitori di ragazzi disabili hanno vissuto momenti di grandissima difficoltà venendo a mancare il supporto di strutture come il Centro diurno e la paura di non farcela a reggere un peso così grande da soli ha messo a dura prova le famiglie.

“Siamo riusciti a organizzare il servizio al domicilio di alcuni operatori per quelle famiglie che manifestavano la necessità di un sostegno. Certamente delle difficoltà ce ne sono state e ci sono stati episodi tragici che ci hanno riguardato. Partendo da una riflessione sul dolore e sulle preoccupazioni delle nostre famiglie abbiamo impostato un piano di aiuto coinvolgendo le associazioni di genitori che frequentano il Centro per capire come collaborare per stare meglio insieme. La cosa più bella è stata vedere la gioia dei ragazzi quando sono tornati al Centro. Abituati alla loro routine non li avevamo mai visti esprimere così apertamente la loro felicità quando si sono potuti riappropriare di ciò che il Covid aveva tolto loro: i rapporti e i luoghi dove vivevano abitualmente” conclude Sergio Zini.

Sara Gelli

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