A Caval Donato non si guarda in bocca dicevano i nostri nonni ma, in questo caso, a valere dovrebbe essere anche un altro adagio popolare, Ogni promessa è debito. Nella busta paga di maggio, circa 60mila tra medici, infermieri e operatori sociosanitari dell’Emilia Romagna hanno ricevuto il bonus da “mille” euro annunciato – per primo nel nostro Paese – dal presidente Stefano Bonaccini, per il lavoro straordinario compiuto in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria e curare le persone. Il bonus è arrivato certo, peccato che anziché mille euro – in media – gli operatori si siano ritrovati con circa la metà della somma promessa. Come mai? Semplice, anche questo “premio” è stato tassato di oltre il 40%.
Ogni reddito è soggetto a tassazione, lo sappiamo bene, ed è altrettanto vero che le risorse pubbliche devono essere impiegate in modo trasparente e tracciabile ma questa è una situazione senza precedenti, la più grave pandemia dell’ultimo secolo e, forse, considerata l’eccezionalità dell’emergenza, quei denari sarebbero potuti essere esentasse.
Consci però che in materia di pressione fiscale non è certo la Regione a dettare le regole bensì il Governo allora, caro Bonaccini, considerata l’ingessatura dello stato centrale, avresti potuto promettere 500 euro. In tal caso il gesto, senza dubbio non dovuto anche se doveroso, sarebbe stato altrettanto encomiabile ma nessuno si sarebbe sentito preso in giro nel ritrovarsi bonificato sul proprio conto corrente la metà di quanto annunciato. Un regalo non si disdegna mai, sia chiaro, ma le parole hanno un peso, così come gli annunci e i proclami della politica: disattenderli non è mai una buona idea…
Jessica Bianchi