Con l’arrivo del caldo sono in molti a porsi la domanda: l’aria condizionata può favorire il contagio da coronavirus? Gli impianti di aerazione, si sa, possono rappresentare un canale di trasmissione per gli agenti patogeni ed è dunque lecito domandarsi se climatizzatori e condizionatori, in grado di propagare batteri come quello della legionella ad esempio, siano in grado di veicolare anche il coronavirus.
E, ancora, gli impianti degli ospedali dove ci sono ancora malati con sintomi e dunque sottoposti a pratiche che possono generare aerosol, rappresentano un pericolo?
Tra i temi all’ordine del giorno in Azienda Usl di Modena vi è anche questo, in previsione della prossima riattivazione: “è attivo un gruppo di lavoro – formato da medici, tecnici e operatori del servizio di prevenzione e protezione aziendale – che coinvolge le tre aziende sanitarie modenesi, per uniformare le iniziative su tutte le strutture del territorio provinciale. Come prima azione, sono state fornite indicazioni precise sulla sanificazione degli impianti alle ditte incaricate di eseguire la manutenzione e la pulizia, con particolare attenzione a quelli a ricircolo totale. Tra le indicazioni, la necessità di garantire un buon ricambio dell’aria in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro e personale, aprendo con maggiore frequenza le finestre, tenendo conto del numero di lavoratori presenti, del tipo di attività svolta e della durata della permanenza negli ambienti di lavoro. Ricambi d’aria poco frequenti favoriscono, negli ambienti chiusi, l’esposizione a inquinanti e possono facilitare la trasmissione di agenti patogeni tra i lavoratori. Negli ambienti in cui vengono eseguite procedure che generano aerosol – e quindi dove non si può escludere la trasmissione per via aerea – la funzione di ricircolo è stata eliminata. E’ inoltre consigliabile rimandare il più possibile (se la stagione lo consente) l’accensione degli impianti di raffrescamento con apparecchi terminali locali (come ad esempio fancoil o ventilconvettori) in cui la regolazione della velocità dell’aria può essere effettuata dai lavoratori che occupano l’ambiente o la stanza. In caso di accensione, si deve ridurre al minimo la velocità di funzionamento per avere minor turbolenza possibile dell’aria in circolazione e pulire periodicamente, a impianto fermo, i filtri dell’aria. In questi giorni sono in corso gli interventi previsti, indirizzati alla riduzione del rischio di diffusione di agenti patogeni attraverso l’aria emessa dagli impianti di condizionamento a ricircolo totale”.
Insomma la materia non è ancora chiara e dunque la prudenza è d’obbligo…
Jessica Bianchi