Donazioni di sangue in aumento a Carpi

Sono numerosi i pazienti covid guariti che si sono presentati all’Avis di Carpi per dirsi “pronti e disponibili a sottoporsi a plasmaferesi. Noi aspettiamo direttive per sapere come muoverci”, spiega il presidente, Fabio Marani.

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Fabio Marani

In ogni emergenza Carpi tira fuori il meglio di sé e i “nostri donatori – spiega Fabio Marani, presidente di Avis Carpi – hanno risposto con entusiasmo agli appelli lanciati anche dai media nazionali all’inizio della pandemia per non far diminuire le scorte di sangue”.

L’associazione carpigiana già lo scorso anno aveva registrato un “aumento considerevole nel numero delle sacche raccolte e nei primi mesi del 2020 – prosegue Marani – contiamo già 2.307 donazioni, di cui 1.167 di plasma. Numeri al di sopra di ogni nostra più rosea aspettativa! Siamo davvero soddisfatti che in questo periodo così buio i donatori non si siano lasciati spaventare e abbiano voluto dare il proprio contributo. Non smetteremo mai di ringraziarli per il loro impegno e la loro sensibilità”.

Alla schiera di oltre 2.800 donatori carpigiani effettivi se ne stanno aggiungendo molti altri: “180 persone hanno manifestato la volontà di iscriversi all’Avis e altre 85 che non donavano da tempo hanno espresso il desiderio di ricominciare. Al momento questi nuovi donatori non sono stati ancora fatti entrare in sede per cercare di mantenere l’ambiente il più possibile pulito e ci siamo concentrati solo su quelli storici, con gli esami in regola e in salute”.

L’associazione ha adottato tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza di volontari, medici, infermieri e donatori: “abbiamo creato una postazione di triage dove ai donatori, muniti di mascherina, viene provata la temperatura e viene chiesto loro di ricostruire i contatti e gli spostamenti fatti nei giorni precedenti. Gli spazi sono stati allargati per consentire il distanziamento fisico ed è vietato ogni tipo di assembramento. Il personale volontario, così come quello medico e paramedico, lavora con tutti i dispositivi individuali di sicurezza, compreso un elmetto dotato di visiera. Anche il punto ristoro è stato riorganizzato e prevede solo monoporzioni onde evitare eventuali contaminazioni. Inoltre sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria abbiamo chiesto ai nostri volontari over 65enni di restare a casa per cercare di tutelarli al massimo”.

Sulla tanto dibattuta questione relativa all’uso del plasma iperimmune dei pazienti guariti nel trattamento dei malati Covid, Marani sottolinea come siano “ancora in attesa di linee guida chiare per poterci attivare. Di una cosa sono certo, le polemiche sorte circa la scarsa sicurezza del plasma, per quanto riguarda il nostro territorio, sono del tutto infondate. Il sistema trasfusionale modenese rappresenta un’eccellenza, in termini di quantità di donazioni raccolte, soprattutto di plasma, e di sicurezza, tanto da essere preso ad esempio in tutta la regione”. Numerosi sono già stati i pazienti covid guariti che si sono presentati all’Avis di Carpi per dirsi “pronti e disponibili a sottoporsi a plasmaferesi. Noi aspettiamo direttive per sapere come muoverci”, conclude Marani.

Jessica Bianchi

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