Fatturato perso completamente per la maggior parte delle imprese nei mesi di marzo, aprile e maggio; fase due con ricavi insufficienti; acconto IMU insostenibile in assenza di liquidità; moderato ottimismo per il prossimo futuro. E’ quanto emerge dall’analisi condotta dall’ufficio studi di Confcommercio Modena su un campione di poco più di 200 imprese del commercio, della ristorazione, del turismo, degli agenti in merito all’andamento dei volumi di affari, alle previsioni per i prossimi mesi e al nodo del pagamento dell’IMU previsto per il 16 giugno.
IL PANEL DI IMPRESE
L’indagine ha coinvolto un campione di oltre 200 imprese del terziario: bar e ristoranti (32%), alberghi, affittacamere, residence, bed & breakfast (21%), attività di commercio su suolo pubblico (14%), esercizi di commercio alimentare (10%), agenti e rappresentanti di commercio (8%) i principali ambiti coinvolti.
IL FATTURATO NEI MESI DI MARZO, APRILE E MAGGIO
Alle imprese coinvolte è stato chiesto come sia variato il fatturato dei mesi di marzo, aprile e maggio (stimato) nel confronto con i medesimi mesi del 2019: per il 68% si è azzerato o quasi, il 16% accusa una flessione fino al 70%, il 6% fino al 50%, il restante 10% fino al 30%.
IL FATTURATO DALLA FINE DE LOCK DOWN
Dal 18 maggio, giorno di riapertura ufficiale per le attività, solo il 6% degli intervistati dichiara di aver incassato l’equivalente dello stesso periodo dello scorso anno. Per circa un terzo del campione (31%) la perdita di ricavi è stata compresa tra il 30 e il 50%, per il 25% è stata del 70% e per il 38% la diminuzione di fatturato rispetto al 2019 è stata tra il 90 e il 100%.
ACCONTO IMU DEL 16 GIUGNO
L’acconto IMU, cancellato per il settore ricettivo dal Decreto Rilancio, rischia di essere per gli imprenditori che esercitano l’attività in un immobile di proprietà (67% del campione), un colpo durissimo al già compromesso quadro economico-finanziario aziendale: quasi il 30% delle imprese intervistate dovrà pagare somme superiori a 3mila euro con un conto finale che arriverà, per il 10%, a superare i 10mila euro; il 20% pagherà una cifra tra 500 e 3000 euro, mentre per meno del 20% l’importo da sborsare sarà inferiore a 500 euro.
COME VERRA’ PAGATO L’ACCONTO
Il 44% degli imprenditori farà fronte alla scadenza con risparmi e affidamenti bancari, l’8% ricorrerà ad un (nuovo) prestito bancario e il 15% non pagherà per poi, una volta arrivato l’avviso di accertamento, chiedere la rateizzazione dell’importo dovuto.
PROSPETTIVE PER LE PROSSIME SETTIMANE
Nonostante le difficoltà, prevale tra gli imprenditori l’ottimismo sul futuro: il 44% dei 200 intervistati pensa che la situazione economica del Paese e del nostro territorio migliorerà, seppur lievemente; per il 38% rimarrà invariata, mentre solo per il 9% peggiorerà. “La fotografia che ci consegna la nostra indagine – puntualizza Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio – è un ulteriore campanello d’allarme sullo stato di salute delle nostre imprese, che fa il paio con il clima di fiducia delle famiglie, giunto al valore più basso da dicembre 2013: per invertire la rotta ed evitare la perdita di aziende del commercio, del turismo e della ristorazione con il conseguente impatto negativo sull’occupazione, servono iniezioni più rapide e robuste di liquidità e indennizzi per le imprese e ci aspettiamo che la scadenza IMU sia spostata, mettendo in condizione le imprese di rateizzare senza aggravio di costi e interessi l’acconto”.