I morti covid-19 a Carpi sono più di quelli ufficiali

A Carpi i morti attribuibili al Covid-19 potrebbero essere molto più numerosi di quelli registrati ufficialmente. Ad aprile 2020 i carpigiani deceduti segnano un incremento di oltre il 60% rispetto ai due anni precedenti.

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In Emilia Romagna i morti attribuibili al Covid-19 potrebbero essere molto più numerosi di quelli registrati ufficialmente. Persone che si sono spente tra le mura domestiche o dentro a una casa di riposo e che non rientrano in alcuna statistica poiché su di loro non è stato eseguito alcun test per accertarne la positività al coronavirus. E a Carpi? Quali sono i numeri dei decessi? Ad aprile 2020 (dati forniti dai Servizi Demografici del Comune di Carpi) sono morte 103 persone, erano state 63 nel 2019 e 64 nell’aprile 2018. L’incremento registrato ad aprile 2020 rispetto ai corrispondenti mesi del 2018 e 2019 è dunque di oltre il 62% e sfiora il 64% se consideriamo i soli residenti a Carpi deceduti in altre località.
Dei 103 defunti del mese scorso, sono 23 quelli stroncati dal coronavirus, 2 sono stati definiti sospetti Covid-19, 1 con tampone in corso, 1 in accertamento giudiziario per cui non è ancora possibile collocarlo con certezza
Al netto di questi 26, il dato dei morti totali scenderebbe a 77, che sarebbe comunque quasi il 20% in più dei morti medi del biennio precedente (dato che mostra una leggera regressione rispetto alla crescita registrata nel mese di marzo quando il trend si era assestato sul 31%).
Aumenti che possono sì includere morti legate a difetti del sistema sanitario ma che dimostrano come anche nella nostra città (dove, dall’inizio della pandemia i morti per Covid-19 e ufficialmente comunicati dall’Azienda sanitaria di Modena sono 64) vi sia una quota di decessi legata al Coronavirus non censita.
Una cosa è certa: i dati sulle morti da Covid-19 che ci vengono comunicati giorno dopo giorno, si riferiscono soltanto ai pazienti con una diagnosi accertata tramite il tampone e, dunque, verosimilmente, sono inferiori rispetto alla realtà.
Un bilancio, quello delle vittime, già drammatico, ma i cui contorni sono verosimilmente sottostimati. Quanti anziani ci hanno lasciati senza essere stati sottoposti a tampone post mortem e dunque non annoverati in alcuna statistica? E, ancora, quanti sono i pazienti stroncati da infarti, ictus o altro, che non sono riusciti a essere curati al meglio in un momento in cui gli ospedali sono stati travolti dallo tsunami coronavirus? Pur non essendo direttamente dovuti al virus, questi decessi non sono forse effetti collaterali dell’epidemia più grave dell’ultimo secolo?
Jessica Bianchi