Quando un campione di saliva potrà sostituire quelli prelevati dalle mucose di naso e faringe per i test tampone che servono per individuare la presenza nell’organismo di Sars-Cov-2, sarà una vera rivoluzione.
La sperimentazione è in corso presso il laboratorio di analisi reggiano Natrixlab che sta sviluppando il nuovo strumento in collaborazione con l’Università dell’Insubria di Varese. Il test rapido salivare sarà in grado di diagnosticare la positività impiegando dai 3 ai 6 minuti. A spiegare il lavoro di prototipazione e produzione è l’amministratore unico di NatrixLab, Mario Brevini.
“Noi testiamo le proteine del virus nella saliva: insieme all’Università Insubria di Varese abbiamo verificato la presenza del virus nella saliva. La saliva viene raccolta su una striscia di carta assorbente e diluita con un apposito reagente: se compare una banda, il soggetto è negativo, se due bande, è positivo. Siamo in fase di prototipazione – spiega Mario Brevini – e stiamo cercando di migliorare due aspetti fondamentali: la sensibilità del test, cioè la capacità del sistema diagnostico di rilevare anche piccolissime quantità del virus, perché più è alta la sensibilità, più è bassa la probabilità di avere dei falsi negativi.
L’altro parametro su cui ci stiamo concentrando è la specificità, cioè la capacità del sistema di rilevare esattamente la Sars-Cov-2 e non altri virus, più è alta la specificità, minore è la probabilità di avere dei falsi positivi. Il nostro test è del tutto simile al tampone ma i vantaggi del test salivare sono indiscutibili, soprattutto per la velocità della diagnosi”.
Con lo scopo di identificare i soggetti positivi, anche asintomatici portatori del virus, in futuro il test rapido salivare si potrebbe utilizzare su larga scala anche fuori dagli stadi o dai teatri. Chi è positivo, non entra.
Sara Gelli