Evl, saranno mesi grigi, anche nella metalmeccanica

“Lavoriamo su programmazione e i nostri clienti già ci chiedono di posticipare la produzione a giugno o a settembre: la diminuzione è nell’ordine del 50-60%, percentuali che abbiamo visto solo nel 2008. Anche la Germania che non si è mai fermata, adesso sta rallentando” spiega Luana Lovat, titolare di Evl Torneria Automatica insieme ai fratelli Vania ed Ermes.

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Ne erano tutti convinti che il 2020 sarebbe stato l‘anno del consolidamento dei risultati:

Luana Lovat

dopo la crisi del 2008 e l’austerity degli anni successivi, la cura dimagrante sembrava terminata. A distanza di dieci anni, l’andamento aveva ingenerato la speranza che davvero l’Italia potesse riprendere a marciare a pieno ritmo. E invece, il coronavirus ha stroncato le aspettative degli imprenditori che sono pronti ad affrontare un futuro difficile di contrazione generale della domanda a livello globale.

Fino a oggi in EVL hanno lavorato a pieno ritmo ma ci si prepara a mesi grigi. “Nel mese di marzo in particolare – conferma Luana Lovat, titolare di Evl Torneria Automatica insieme ai fratelli Vania ed Ermes – l’attività è stata particolarmente frenetica perché all’estero ci è stato chiesto di anticipare le consegne che erano programmate per aprile per evitare le conseguenze di una possibile chiusura delle aziende. In effetti la nostra azienda ha chiuso i battenti per una settimana a partire dal 26 marzo, ma già dal 13 aprile le filiere lentamente hanno ripreso l’attività”. Nello stabilimento di via Watt a Carpi, l’azienda di subfornitura produce per multinazionali nei settori oleodinamica e automotive, ma anche industria alimentare e biomedicale, e l’export si concentra per il 65% in Germania, Francia e Turchia. “Lavoriamo su programmazione e i nostri clienti già ci chiedono di posticipare la produzione a giugno o a settembre: la diminuzione è nell’ordine del 50-60%, percentuali che abbiamo visto solo nel 2008. Anche la Germania che non si è mai fermata, adesso sta rallentando” precisa Lovat.

Sul fronte della sicurezza sul lavoro “fin da subito ci siamo adeguati alle richieste stilando un protocollo già prima del lockdown: si rispettano le distanze, si usano i dispositivi di sicurezza e si fa sanificazione periodicamente. Gli orari dei dipendenti sono stati scaglionati in ingresso e in uscita per permettere una migliore gestione dello spogliatoio”.

Preoccupata, “ma non terrorizzata” dal coronavirus,

Luana Lovat ammette che l’epidemia ha cambiato il mondo radicalmente e il nostro Paese deve essere all’altezza: “dopo anni di tagli a sanità e scuola, dobbiamo essere consapevoli che da lì si deve ripartire per costruire il nostro futuro”.

L’impatto economico del coronavirus sarà comunque devastante a causa del blocco dei mercati a livello mondiale e anche se lentamente si ripartirà, ci saranno da sopportare mesi difficili resi ancor più complicati dalla burocrazia: le imprese sono in attesa dei finanziamenti richiesti alle banche ormai due mesi fa e ai dipendenti non è ancora arrivata la cassa integrazione.

Sara Gelli

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