Nei giorni in cui sembrano arrivare i primi flebili ma costanti segnali di calo nel numero dei decessi a causa del coronavirus, continua a essere sottovalutata l’emergenza che riguarda le categorie più fragili come le persone con disabilità fisiche e mentali.
I centri in cui si svolgevano le loro giornate e che davano un senso alle loro vite, da febbraio, ovvero da quando è scoppiata la pandemia, sono stati chiusi e chissà quando potranno riaprire.
Un dramma nel dramma, insomma, che spesso non fa rumore, ma che ha scosso la coscienza di un imprenditore e stilista che opera nel distretto carpigiano.
Cristiano Burani, che produce capi di alta moda nel proprio laboratorio di Carpi, ha deciso di supportare concretamente la cooperativa sociale Hèsed di Reggio Emilia, che si occupa del recupero e della qualificazione umana, morale e professionale di persone che si trovano in stato di emarginazione sociale, attraverso la produzione e vendita di mascherine in cotone stampato.
Il progetto solidale si chiama Amano2020 e l’intero ricavato sarà destinato alla cooperativa.
Cristiano, quando hai conosciuto questa cooperativa e come stanno adesso i ragazzi?
“Sono entrato per la prima volta in contatto con i ragazzi e i volontari della cooperativa Hésed quattro anni fa e si è subito creato un legame profondo con loro. Questi ragazzi hanno bisogno di sentirsi utili per la società, di fare la loro parte e, ovviamente, di stare in compagnia. Siamo andati in pizzeria e al cinema insieme, abbiamo condiviso dei pomeriggi in cooperativa in cui mi hanno mostrato alcuni dei lavori che avevano fatto e non ho potuto fare a meno di iniziare a sostenerli, anche economicamente, perché questa cooperativa vive quasi unicamente di donazioni e, soprattutto, grazie al grandissimo impegno e all’abnegazione della presidente Barbara Ferrari e delle altre volontarie. Le persone con disabilità sono tra i soggetti più dimenticati di questa emergenza e in questo periodo stanno vivendo un momento drammatico. Non sanno dove andare e cosa fare e ciò sta determinando un rapido deperimento dei loro già labili umori. Ecco perché, quando è scoppiata l’emergenza, le prime persone a cui ho pensato sono state loro. Mi sono subito attivato per la produzione di mascherine, realizzate artigianalmente da una sarta con gli stessi tessuti delle mie ultime collezioni, per garantire la sopravvivenza della cooperativa”.
Non si tratta di un’operazione commerciale, ci tiene a precisare Cristiano Burani, bensì di un progetto di solidarietà che vuole dare voce e supporto concreto a una cooperativa che tiene impegnati 30 ragazzi con diverse abilità e fornisce loro gratuitamente i pasti.
“Queste persone – prosegue Cristiano Burani – avevano una dignità e una ragione di vivere grazie al lavoro in cooperativa.
Ancora non gli è stato comunicato che ci sono concrete possibilità che la cooperativa a maggio non riapra, perché non è in grado di coprire anche solo le spese fisse di queste settimane e di quelle a venire. Spero vivamente con questo progetto di aiutarli a riaprire quanto prima. Pubblicherò tutti gli aggiornamenti relativi alla riapertura della cooperativa e all’utilizzo del ricavato della vendita delle mascherine sulla pagina Instagram @amano.2020. Grazie sin da ora a tutti coloro vorranno contribuire e vi invito a venire a conoscere questi ragazzi”. Le mascherine sono in cotone lavabile a 60°, con ferretto e apertura per inserimento del filtro. Il costo è di 10 euro +IVA cadauna e per un numero minimo di 5 pezzi, con spedizione gratuita. Per ordinare scrivete una mail all’indirizzo amano2020@outlook.it specificando nome, cognome Codice Fiscale o P.IVA per regolare fattura e attendete istruzioni.
Chiara Sorrentino