Negozianti e piccoli artigiani lanciano un grido d’aiuto e consegnano le chiavi delle loro attività al sindaco

“Abbiamo bisogno di ripartire o per noi sarà la fine”. E’ questo il grido d’aiuto che questa mattina una delegazione di commercianti e piccoli artigiani ha lanciato al sindaco a cui è stata affidata una cesta con le chiavi delle loro attività chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria, ancora fino al 18 maggio.

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“Abbiamo bisogno di ripartire o per noi sarà la fine”. E’ questo il grido d’aiuto che questa mattina una delegazione di commercianti e piccoli artigiani ha lanciato al sindaco a cui è stata affidata una cesta con le chiavi delle loro attività chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria, ancora fino al 18 maggio. Una manifestazione ordinata, organizzata dal Comitato Carpi C’è – Amici del centro storico al quale hanno partecipato 120 esercenti di Carpi e frazioni, uniti da una consapevolezza comune: quella di dover combattere una battaglia ben più lunga e devastante del Covid-19. Una voce sola si è levata, all’unisono, forse per la prima volta.

“Eravamo convinti – spiega il portavoce Tiziano Vignaroli, titolare insieme alla moglie Luana del ristorante La stazione del gusto – che lo Stato, le istituzioni, ci avrebbero aiutati in qualche modo. D’altronde, il socio maggioritario di ogni azienda italiana è lo Stato, è lui a prendersi il 65% del nostro cassetto, e invece ci siamo ritrovati da soli, senza nessuna arma per combattere la nostra battaglia. Da soli di fronte al mercato, Davide contro Golia e come noi e con noi, tutti i nostri dipendenti. Perchè se sta al capitano della nave farsi carico degli oneri – così come degli onori – è pur vero che in questa guerra stiamo combattendo tutti alla pari: il Covid è come una livella, datori di lavoro e dipendenti sono sullo stesso piano”.

Unitamente ad altre migliaia di attività del Paese, anche gli esercenti di casa nostra hanno deciso di far sentire la propria voce chiedendo a tutti i livelli istituzionali una mano per salvare le loro aziende così come accade nel resto d’Europa e, prosegue Vignaroli, in caso nessuno muovesse un dito, “siamo pronti a uno sciopero fiscale senza precedenti, certi e convinti che i 600 euro mensili e i 25mila euro del Salvabanche non possono essere considerati di nessun sostegno concreto alla nostra situazione”.

Tra le richieste al Governo vi sono: l’annullamento delle bollette di utenza dal momento della chiusura sino alla riapertura e decurtazione degli oneri accessori per tutto il 2020; sospensione per tutto il 2020 delle rate di mutuo e finanziamento accesi prima dello scoppio della pandemia; azzeramento del versamento IVA fino alla data di riapertura e liquidazione della stessa nel caso un’attività ne sia creditrice; ricalcolo delle quote contributive delle buste paga dei dipendenti includendo pesanti sgravi fiscale a chi decide di mantenere in atto la forza lavoratrice; accesso a contributi e liquidità a interessi zero senza la mediazione di enti creditizi; azzeramento dei tributi del 2020 e rateizzazione delle imposte 2019, per permettere una liquidità immediata alle filiere delle nostre attività lavorative; riapertura delle attività entro l’11 maggio con modalità condivise con esperti del settore e liquidità a fondo perduto per poter supplire alle spese immediate (Germania 15000 euro sul c/c di ogni azienda e Francia, Olanda, Austria e Spagna il calcolo del fatturato perso nei mesi di chiusura). “Perchè nel resto d’Europa sono stati previsti contributi a fondo perduto? L’Europa è Europa per tutti. Nessuno di noi pretende di ricevere il fatturato perso ma, in questa fase, per poter ripartire non possiamo essere strozzati dalle tasse. Non possiamo mica indebitarci per sostenere gli oneri che lo Stato ci chiede. Qui rischiamo la desertificazione e la chiusura di un negozio è una luce che si spegne. Un presidio di sicurezza che scompare”, prosegue Tiziano Vignaroli.

All’ente locale, la delegazione ha chiesto l’azzeramento di TARI, TOSAP/COSAP, la sospensione del versamento dell’acconto IMU e rimodulazione delle aliquote secondo criteri giusti che prendano in considerazione la crisi sopraggiunta e azzeramento dell’IMU per i proprietari delle mura che intendono calmierare i costi degli affitti: “il sindaco – conclude Tiziano Vignaroli – che in questi mesi è sempre stato presente, e per questo lo ringraziamo, ha recepito le nostre richieste e ci ha assicurato di essere già al lavoro su questi fronti. Dopo mesi di buio, la sua disponibilità è stata un raggio di sole”.

“Oggi, 4 maggio, – ha sottolineato dal canto suo il sindaco Bellelli – è una data molto importante perché più di mezzo milione di persone nella nostra Regione è tornata al lavoro dopo il lockdown legato all’emergenza sanitaria. Un fase per certi versi ancor più complessa della prima nella quale è necessario mettere in atto comportamenti individuali all’insegna della responsabilità poiché questi comporteranno il successo – o meno – dei prossimi giorni. Questa mattina arrivando in ufficio, in Comune, sono stato accolto da una delegazione composta, civile, di negozianti e piccoli artigiani della nostra città. Tutti distanziati e dotati di mascherine, mi hanno consegnato un cesto di chiavi e una lettera. Mi mancavano, sono stato felice di vederli: mi hanno parlato delle loro difficoltà a partire da quella legata alla mancata liquidità di questi mesi e poi, su tutti, il timore di non farcela a riaprire. Non a queste condizioni. La loro angoscia è la mia angoscia”.

Esercenti e artigiani sono “attori importanti della città, dietro di loro si cela un esercito di dipendenti. Dalla loro ripartenza dipende quella dell’intera collettività. Per quanto ci compete faremo tutto il possibile per accogliere le loro richieste, dall’abbattimento della Tari a quello della tassa di occupazione del suolo pubblico, a un aiuto, indiretto, per spingere i proprietari dei muri ad abbassare gli affitti. Misure su cui stiamo già ragionando: ci avviciniamo alla fase di bilancio, a breve avremo il rendiconto grazie al quale si determinerà l’avanzo di gestione e vedremo di utilizzarlo al meglio”, assicura il sindaco Bellelli.

Sulle richieste che la delegazione vuol far arrivare al Governo, in primis sulle manovre di defiscalizzazione, il primo cittadino non ha dubbi: “occorrono linee di indirizzo chiare, affinché nulla sia lasciato alla mera interpretazione. Questa è una battaglia collettiva. Non dovete sentirvi soli. Insieme a queste chiavi, di cui da oggi sono custode, ci sono le vostre vite, le vostre speranze, le vostre passioni e i vostri timori. E’ una responsabilità che raccolgo con onore e farò la mia parte, per far arrivare le vostre istanze al Governo. Ve lo prometto”.

Jessica Bianchi

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