“Speriamo che la decisione del Governo sui 50 centesimi delle mascherine non produca effetti negativi perché noi finalmente abbiamo trovato i canali, nazionali e di importazione, che ci consentono approvvigionamenti continui. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ci ha assicurato che non ci saranno problemi ma noi vogliamo esserne certi poiché con la partenza della Fase 2 abbiamo la necessità stringente di poter contare su regolari forniture di dispositivi di protezione individuale”. Sono state queste le prime parole del commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi all’indomani dell’annuncio del presidente Conte sul calmieramento del costo delle mascherine chirurgiche, secondo cui “il prezzo finale di vendita al consumo, praticato dai rivenditori finali, non può essere superiore, per ciascuna unità, a 0,50 euro, al netto dell’Iva”.
Un annuncio a sorpresa che ha generato una iniziale confusione soprattutto tra i farmacisti alle prese con dispositivi acquistati a un prezzo di gran lunga superiore.
Fofi, Federfarma e Assofarm hanno ora raggiunto un accordo col commissario Arcuri per garantire alla popolazione, in questo periodo di grande emergenza, la fornitura di mascherine e tutelare al contempo il lavoro delle farmacie.
“Da tempo Federfarma Nazionale chiedeva che si adottassero delle misure per chiarire e definire il prezzo della mascherine – premette Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena – ma il provvedimento è giunto improvviso, creando non poche difficoltà ai colleghi farmacisti nella messa in atto dell’Ordinanza”.
Finora, infatti, le mascherine chirurgiche ffp1, sono state importate dall’estero, perché mancava una produzione nazionale e, di conseguenza, gli interventi sul prezzo finale allo scopo di ridurlo erano molto limitati. “Ad oggi, è stato il mercato estero a dettare i prezzi, ragion per cui, tra le richieste di Federfarma al Governo – oltre alla variazione dell’IVA – era stata aggiunta quella di un prezzo unico. Il prezzo finale di vendita al consumo a 0,50 euro, al netto dell’Iva, però, è stato calcolato su una produzione nazionale avviata e concordata dal Governo con alcune imprese italiane, ma non ancora disponibile sul mercato”, aggiunge la dottoressa Casale.
Come questa situazione si ripercuoterà sui cittadini?
“In un periodo di grande emergenza come quello che stiamo attraversando, le farmacie non vogliono in alcun modo che possa interrompersi la fornitura di mascherine. Le mascherine escluse dall’Ordinanza, come le ffp2, continueranno a essere disponibili agli stessi prezzi di prima.
Quanto alle mascherine chirurgiche ffp1 oggetto dell’Ordinanza, i farmacisti che con spirito di servizio e sacrificio hanno svolto e vogliono continuare a svolgere un ruolo importante nella gestione dell’epidemia da Sars- CoV-2, le venderanno in ottemperanza all’Ordinanza 11/2020 del Commissario Arcuri, benché siano state acquistate a un prezzo molto più elevato di 0,50 euro, in quanto forniture estere. Ai nostri concittadini posso dire, in caso di dubbi o difficoltà, che possono rivolgersi come sempre e come hanno fatto finora al proprio farmacista di fiducia: le mascherine sono dispositivi di protezione troppo importanti e che i vostri farmacisti vogliono garantirvi. Ai colleghi farmacisti voglio far sapere che non subiranno alcun danno economico perché, grazie agli accordi presi, verranno assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal Governo”.
I nodi però permangono: nelle farmacie carpigiane numerosi clienti dicono di continuare a pagare le chirugiche da 1,80 a 2,50 euro l’una, mentre alcuni gruppi della grande distribuzione hanno ritirato dal mercato le partite di mascherine poichè il prezzo imposto dal Governo è troppo basso e ci rimettono.
Quando si dice, tempismo perfetto…
J.B.