E’ il progetto di uno studio di architettura di Reggio Emilia a vincere il bando indetto dal Comune di Carpi e che avrà l’incarico di ridisegnare il Parco della Cappuccina. 50mila metri quadrati di verde che, assicura l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi, “acquisiranno una nuova identità e avranno una funzione di ricucitura urbana, collegando il centro storico, fulcro dell’identità cittadina, ai servizi e alle attività produttive oltre la Tangenziale. Quando si riprogetta uno spazio, infatti, è fondamentale non limitare lo sguardo al singolo lotto, bensì intervenire in un’ottica di ripensamento più ampio. L’idea è quella di creare una città capace di guardare al domani e nella quale gli spazi urbani devono diventare protagonisti, offrendo occasioni di fruizione alle persone, obiettivi che, nel corso degli anni, un’espansione spesso incontrollata non ha consentito di perseguire”. Il percorso è stato lungo, ammette Righi, ma nelle prossime settimane “l’incarico verrà affidato al vincitore, contestualmente prenderà il via l’iter di ottenimento del terreno – tramite esproprio – e poi si procederà con la progettazione esecutiva affinché, come promesso, i lavori possano iniziare entro l’anno”.
Nel futuro Parco, per la cui realizzazione sono previsti 300mila euro, convivranno due anime differenti: nella maggior parte dello spazio, oltre 30mila mq, la protagonista indiscussa sarà la natura, con prati alti e fioriti e fasce boscate, per riportare la campagna all’interno della città, mentre una porzione più piccola verrà addomesticata a beneficio di tutti coloro che vorranno trascorrere del tempo all’aria aperta, a due passi dal centro.
“In quello che oggi è un luogo vuoto, senza una specifica caratterizzazione, – spiega l’architetto reggiano Marzia Zamboni, autrice insieme alle colleghe Elisa Ferretti, Anna Bonvicini e Arianna Bordina del progetto – ovvero la terra di nessuno a ridosso del cimitero, faremo rinascere un pezzo di campagna. Uno spazio naturale riconoscibile, che appartiene all’immaginario collettivo di tutti noi e che nel corso del tempo avrà bisogno di poca manutenzione”.
Il parco lineare vero e proprio sarà invece una sorta di corridoio verde di 14mila metri quadri, “un percorso attrezzato che collegherà viale dei Cipressi, in continuità con l’adiacente Parco della Resistenza, alla Tangenziale Losi. O, se preferite, – sorride l’architetto Zamboni – potremmo definirla una scorciatoia per collegare il centro storico al bosco”. All’interno di questo spazio di attraversamento, sono previste delle aree diversificate dedicate alla sosta, per giocare o riposare e una “verrà dotata di posizioni wifi in cui si potrà lavorare all’aria aperta”.
Il bosco poi, “immaginiamo possa entrare in connessione con le scuole vicine affinché da luogo abbandonato a se stesso, possa trasformarsi” in una sorta di aula didattica a cielo aperto, facendo assaporare, soprattutto ai “bambini, una dimensione squisitamente naturale” e tutta da scoprire.
Parola d’ordine, rispetto del verde esistente: “ogni nostra azione sarà volta a garantire il massimo rispetto per l’arredo arboreo presente, in particolare nel bosco e nella zona alberata sullo spigolo tra le vie Lenin e dei Cipressi così come preserveremo il filare di pioppi. Oltre a questo patrimonio di alberi e arbusti, che solo in alcuni casi diraderemo, metteremo a dimora altre piante all’interno del parco lineare per creare delle zone ombreggiate”, assicura la paesaggista Elisa Ferretti. Essenze autoctone in grado di “resistere alle sfide del cambiamento climatico, ovvero a estati sempre più torride e all’inquinamento atmosferico. Alberi che colorino l’area in modo differente a seconda delle stagioni per conferire così suggestioni e bellezza”. Grande attenzione sarà poi dedicata al terreno: “il solco centrale fruibile sarà un grande prato calpestabile mentre l’area restante sarà caratterizzata, in accordo con l’Amministrazione, da prati stabili o, ancora, da grano, erba medica… fasce dal forte valore ecologico per salvaguardare la biodiversità e offrire rifugio alla microfauna urbana”, conclude la paesaggista.
Anche il passaggio dei Cappuccini cambierà volto: “da mero stradello di passaggio diventerà un punto di osservazione privilegiato anche per chi lo percorre velocemente in bicicletta, per ammirare il parco. Procederemo con la risagomatura del terreno, in prossimità del passo, creando una lieve pendenza per ottenere così una vasca di laminazione in grado di facilitare l’assorbimento dell’acqua piovana in caso di grandi piogge”, aggiunge Zamboni. L’arredo urbano sarà essenziale e richiamerà le radici di quel saper fare che in passato ha reso grande la nostra città: “Carpi fa rima con trame, tessuti, moda… e dall’arte del truciolo, coi suoi fili di salice e di pioppo, prenderà le mosse un arredo urbano moderno e lineare, dalla segnaletica agli elementi di gioco”, i quali, fortunatamente, non avranno le sembianze delle giostrine che già popolano tutte le aree verdi carpigiane.
Jessica Bianchi