Il pioppo di via Dorando Pietri non verrà abbattuto fino all’autunno, ma la guerra non è ancora vinta

Immediata la levata di scudi delle associazioni ambientaliste carpigiane che, nel nome della salvaguardia della fauna selvatica, tutelata dalla legge, sono riuscite a stoppare, “almeno fino alla fine dell’estate quando la stagione della riproduzione degli uccelli sarà terminata”, spiega Daniela Rustichelli, delegata della sezione carpigiana della Lipu, le procedure di abbattimento.

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2016

Da oltre 60 anni la sua rigogliosa chioma regala ombra e frescura ai residenti del quartiere, tra le vie Fratelli Cervi e Dorando Pietri. La vita del monumentale pioppo però ha i giorni contati. La storia ha ormai fatto il giro della rete, provocando sconcerto e sollevando numerose polemiche: il suo apparato radicale ha reso “impraticabile il percorso pedonale che unisce le due vie, ha distrutto i muretti delle aree residenziali, ha sollevato l’asfalto, infestato i sottoservizi limitrofi, creando problemi sul fronte caditoie e fognature e in un garage si sono aperte delle crepe su un muro” ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici, Marco Truzzi.
Sentenza infausta per questo straordinario e sanissimo esemplare di pioppo: “ci piange il cuore nel dover procedere con l’abbattimento di questo maestoso albero – ha ammesso l’assessore – ma non ci sono alternative”.
Peccato che ad aprile, “gli alberi non possano essere tagliati dal momento che è in atto la nidificazione, in particolare quella dei Fringillidi, dai verdoni ai verzellini, ai cardellini”, spiega Daniela Rustichelli, delegata della sezione carpigiana della Lipu.
Immediata la levata di scudi delle associazioni ambientaliste carpigiane che, nel nome della salvaguardia della fauna selvatica, tutelata dalla legge 157/92, sono riuscite a stoppare, “almeno fino alla fine dell’estate quando la stagione della riproduzione degli uccelli sarà terminata”, prosegue Daniela, le procedure di abbattimento.
“La chioma di questo pioppo è un vero e proprio condominio – prosegue Rustichelli – tra gli uccelli c’è chi abita nella corteccia, chi nei rami secondari, chi nelle fronde e chi, ancora negli apici. Appena abbiamo letto l’articolo in cui si parlava del taglio dell’albero ci siamo mobilitati contattando l’assessore all’ambiente Riccardo Righi. Grazie alla sua collaborazione abbiamo ricevuto il permesso, in considerazione delle restrizioni legate al coronavirus, di fare un sopralluogo per tentare di fare un censimento dell’avifauna che lo popola. Un’operazione resa complessa dall’altezza dell’albero e dall’imponente frondosità dei suoi rami”. Almeno due i nidi attivi fotografati: “uno di verzellino tra i rami e un foro di picchio nella corteccia utilizzato da una cinciallegra. In realtà chissà quanti altri ve ne sono, ma intravederli in mezzo a tutto quel verde è impossibile. Una cosa è certa da quella chioma abbiamo visto entrare e uscire diverse coppie di uccelli”.
Per ora la vita del pioppo è salva ma cosa accadrà con l’arrivo dell’autunno? “Certo non è colpa dell’albero se è stato confinato in mezzo al cemento”, ammette amaramente Daniela Rustichelli.
“Confido che si possano trovare soluzioni alternative all’abbattimento e speriamo tale questione sia presa in esame dalla Consulta Ambiente. Per ora da parte degli assessorati del Comune accogliere la nostra richiesta di sospensione al taglio dell’albero è già un buon segnale di sensibilità e rispetto per la natura e per la nostra mission”, conclude la delegata della Lipu.
“Buttare giù quell’albero costerà 10mila euro. Non si pensi che queste siano decisioni che prendiamo a cuor leggero”, aveva spiegato l’assessore Truzzi. Certo è che con tutto quel denaro probabilmente il problema potrebbe essere risolto adottando soluzioni alternative. Soluzioni all’altezza di un’Amministrazione che continua ad auto definirsi verde e sostenibile. Parole che, lo ribadiamo, hanno valore solo alla prova dei fatti. E se la volontà di abbattere un pioppo monumentale a fronte di un garage – condonato? – che non si apre avrà la meglio, resta sempre un’altra strada. Una petizione dell’intero quartiere. La mobilitazione dei cittadini per salvare i bagolari di via Focherini è un esempio virtuoso da imitare.
Jessica Bianchi

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