Sono i più anziani, i più fragili a pagare il prezzo più alto. Si ritrovano in un letto d’ospedale a combattere contro il coronavirus e non sempre riescono a trovare la forza sufficiente per lottare. Tanti si arrendono e si lasciano andare frustrati dal senso di solitudine che aggrava ulteriormente la loro situazione. Smartphone e Ipad non li hanno mai usati e iniziare ora è un’impresa a volte impossibile: un’anziana signora ricoverata nel reparto Covid dell’Ospedale di Carpi avrebbe voluto seguire la messa dal suo letto d’ospedale ma medici e infermieri sono impegnati sul fronte dell’emergenza sanitaria e non sempre possono dedicare tempo ai pazienti per spiegare loro il funzionamento delle nuove tecnologie. L’anziana signora non è riuscita a seguire la messa e si è messa a piangere. “E’ un dovere di tutti noi far sì che nessuno si senta solo anche se costretto in isolamento senza contatti col mondo esterno e con la sua famiglia: il rischio è che si senta abbandonato e cada nello sconforto”. E’ da qui che nasce Non siete soli di Daniele Pinazzi, web developer di 32 anni, per inviare messaggi di solidarietà ai pazienti covid-19 in isolamento. L’idea del programmatore carpigiano è stata quella di creare un servizio online gratuito per permettere alle famiglie di scrivere da casa una lettera ai propri cari in isolamento.
Basta accedere al sito www.nonsietesoli.it, scrivere un breve messaggio o una lettera, indicare il destinatario e la struttura presso la quale è ospitato. A preoccuparsi di stamparla e recapitarla alla direzione sanitaria delle strutture sarà Daniele Pinazzi perché “la lettera cartacea, come quelle che i nostri nonni si scambiavano in passato, è in grado di abbattere le barriere tecnologiche a volte insormontabili, è un segno semplice e tangibile, che può essere custodito nel tempo”. Chiunque voglia mandare un messaggio di speranza a chi è isolato può farlo: “sarà possibile scrivere lettere o mandare disegni e foto senza specificare il destinatario e verrà recapitato a chi ne avrà in quel momento più bisogno in ospedale o all’interno delle residenze per anziani”. Insomma, semplici gesti d’affetto in grado di fare la differenza in questo periodo.
Sara Gelli