Ecco il vademecum anti panico

Per affrontare una situazione mai sperimentata prima, il Consiglio Nazionale degli Psicologi ha pubblicato un vademecum e una guida antistress. “Bisogna cercare di aumentare la propria resilienza – spiega Dino Giovannini, psicologo, professore emerito di Psicologia Sociale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia – cioè la capacità di far fronte in maniera positiva agli aspetti negativi che caratterizzano le varie fasi della nostra vita”.

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Si lavora sull’emergenza sanitaria ed è ovvio che sia così ma bisognerebbe anche iniziare a pensare a cosa potrà succedere se questa situazione durerà ancora. La necessità di chiudersi in casa per evitare la diffusione del contagio taglia ponti vitali per chi si trova solo e in difficoltà ed entra la paura nelle nostre vite e tutti i disagi sono acuiti. Per affrontare una situazione mai sperimentata prima, il Consiglio Nazionale degli Psicologi ha messo a disposizione due pubblicazioni, un vademecum e una guida antistress.

“Bisogna cercare di aumentare la propria resilienza – spiega Dino Giovannini, psicologo, professore emerito di Psicologia Sociale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia – cioè la capacità di far fronte in maniera positiva agli aspetti negativi che caratterizzano le varie fasi della nostra vita. L’atteggiamento deve essere costruttivo e dobbiamo essere capaci di recuperare attività, anche banali, a cui abbiamo dovuto rinunciare: mettere in ordine le fotografie, riuscire a leggere libri che ci interessano, vedere film che abbiamo perso, stando a casa ovviamente”.

Questo coronavirus sta influenzando almeno tre aspetti fondamentali del nostro modo di vivere. Innanzitutto “il nostro modo di pensare perché, non ce ne rendiamo conto, ma stiamo cambiando tutta una serie di prospettive per leggere noi stessi, gli altri, il mondo; cambia anche il nostro modo di rapportarci agli altri essendo chiusi in casa; infine, cambia anche il nostro mondo valoriale cioè i valori e le cose a cui diamo importanza”.

Per ridurre lo stress e il senso di paura o incertezza che tutti proviamo “bisogna essere consapevoli di quello che si prova. Se io mi rendo conto che la mia ansia è aumentata e mi sento impaurito non devo cercare di negarlo ma devo prenderne atto e lasciarla scivolare via”. Per il professor Giovannini, per arrivare alla consapevolezza delle emozioni che proviamo, possiamo esprimerle parlandone con le persone che ci sono vicine oppure utilizzando i mezzi di comunicazione contattando amici che non possiamo incontrare, persone con cui abbiamo uno stretto rapporto.

“Per la paura come per tutte le altre emozioni, il problema si ingigantisce se ci rimuginiamo sopra pensandoci continuamente: prenderne atto è banale ma funziona. Molte persone si collegano su Internet per fare yoga e rilassamento ma è utile anche la terapia dell’impegno, facendo cose di qualunque tipo”.

Ha consigli specifici per i bambini e gli anziani?

“Sono coloro che hanno maggiormente bisogno di aiuto da parte di noi adulti. I bambini vanno protetti: occorre cercare di essere sempre disponibili a parlare con loro e non bisogna dire bugie, lo dico banalmente, bisogna dire la verità trasmettendo la fiducia che questo problema si risolve. Ai bambini non può interessare il fatto che avrà delle ripercussioni dal punto di vista economico ma bisogna dare loro delle certezze. Gli anziani hanno bisogno di essere accuditi e non dobbiamo far pesare loro il bisogno che noi avremmo di vederli o la mancanza di poterli andare a trovare. Siamo chiamati a mettere in atto comportamenti adulti e consapevoli per proteggerli. Da parte loro, gli anziani autosufficienti devono mantenere contatti con l’esterno utilizzando il telefono e non farsi ossessionare dai numeri dei morti e delle guarigioni”.

Sara Gelli

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