Benna e il suo nuovo album: un ritratto personale in cui rivedersi

Si intitola L’insegnamento dell’asino il nuovo album del rapper carpigiano Marco Benati, in arte Benna. Un titolo ironico che anticipa, al contrario, canzoni che fanno riflettere e riguardano un po’ tutti noi.

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Con questo nuovo album, L’insegnamento dell’asino, uscito il 30 marzo, il rapper carpigiano Marco Benati, in arte Benna, riesce a emozionare, rievocando momenti personali e aprendo il suo cuore a un flusso di emozioni. Tredici brani che scavano nelle pieghe dell’anima e raccontano la vita così com’è: il rapporto padre-figlio, l’amore per gli animali, la solidarietà nei confronti di chi fugge da una guerra, la fatica di certe sfide quotidiane, e la leggerezza dell’estate. Noah è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album: una dedica che il rapper rivolge non solo a suo figlio ma a tutte le generazioni future, invitandole a ragionare con la propria testa e ad andare oltre i muri costruiti dagli adulti. “E’ un insieme di riflessioni personali su cosa significa essere genitori oggi – commenta Benna – in un mondo in cui bruciano le foreste e il benessere economico è considerata una virtù a prescindere, a discapito di altri valori ben più importanti come lo spirito di sacrificio e di collaborazione. Non voglio certo pensare che chiunque sia d’accordo con me, ma sogno che tutti i genitori che conosco e, magari, tutte le persone che crescono con amore dei figli, ascoltino questo pezzo e possano trarre le loro conclusioni, “perché chi riceve le perle in dono poi, per amore, le perle dà”.

L’insegnamento dell’asino è un titolo curioso. Come nasce?

“Nasce da una storia che ho letto, L’insegnamento dell’asino caduto nel pozzo, e che ho raccontato nel brano omonimo. Questo titolo ha un triplice significato. Il primo è quello che ci insegna l’asino della canzone citata, ovvero che in ogni difficoltà si può trovare la forza per reagire. Il secondo, in contrapposizione con il forte ego di tanti rapper, è autoironico: sono io l’asino! Infine, il terzo significato è quello di liberare l’asino dai pregiudizi che lo vorrebbero simbolo di stupidità ed ignoranza, ed è per questo che nella copertina l’asino è vestito da professore. E’ un album estremamente positivo, sia nelle musiche – per le quali in gran parte devo ringraziare Mirino, producer carpigiano che ha cambiato il mio modo di percepire la musica – che nelle tematiche affrontate. Lo considero il disco migliore che abbia mai fatto, maniacale nella cura dei dettagli grazie anche a Nicholas Manfredini che ha fatto da direttore artistico. Senza dimenticare il prezioso contributo della mia compagna Sara e della sua splendida voce che canta con me in una traccia”.

Programmi futuri?

“Il disco è presente su tutti i digital stores, su YouTube con i video e con le copie fisiche, che oramai non vanno più di moda, ma tanto la mia non è musica alla moda. Ho già in programma altre cose, come ad esempio un disco insieme a Nicholas Manfredini in acustico, e poi non mi pongo limiti. Ho imparato ad apprezzare la bellezza di sentirmi libero facendo musica da quando non ho più l’ossessione di fare qualcosa che debba piacere agli altri. Ho smesso di lottare contro i mulini a vento, non perché io non abbia più voglia di combattere, ma perché concentro le energie su ciò che conta davvero. E perché, in fondo, io ho vinto la mia battaglia. Come dico in Hakuna matata: non mi vergogno di fare la pace col mondo dopo troppe guerre”.

Chiara Sorrentino

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