IGEA in prima linea per trovare un vaccino per il Coronavirus

Sviluppare un vaccino per il Covid-19 trasferendo una parte del suo genoma all’interno delle cellule e stimolare così una forte risposta immunitaria. E’ l’obiettivo di OPENCORONA, il progetto approvato dalla Commissione Europea. Tra i prestigiosi partner spicca il nome dell’azienda carpigiana IGEA. “Davanti a noi abbiamo una serie di step da seguire e rispettare, necessari per ottenere un vaccino efficace e sicuro. Prevediamo di iniziare la sperimentazione sull’uomo tra 18 mesi”, spiega la dottoressa Simona Salati, biotecnologo di IGEA.

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Si chiama OPENCORONA ed è il progetto approvato dalla Commissione Europea per lo

Laboratorio di IGEA

sviluppo di un vaccino a DNA per combattere il Covid-19. Coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma, tale progetto vede la partecipazione di un solo partner italiano: l’azienda carpigiana IGEA, leader nello sviluppo di tecnologie biofisiche da impiegare nel settore medico.

“L’obiettivo – spiega la dottoressa Simona Salati, biotecnologo di IGEA che coordina le ricerche precliniche – è lo sviluppo di un vaccino a DNA che verrà somministrato attraverso elettroporazione. I partner del progetto (le aziende svedesi Adlego e Cobra Biologics, la tedesca Justus Liebig University di Giessen, il Karolinska University Hospital e gli enti statali scandinavi Karolinska Institutet Folhhälsomyndigheten) con cui IGEA collabora da molti anni, rappresentano l’eccellenza nello sviluppo di vaccini a base di DNA.

La dottoressa Simona Salati, biotecnologo di IGEA

Nel progetto OPENCORONA, IGEA è responsabile della tecnologia di elettroporazione impiegata per il trasferimento di una parte del genoma del virus all’interno delle cellule. IGEA ha sviluppato la tecnologia di elettroporazione per l’inserimento di farmaci o materiale genetico nelle cellule da oltre vent’anni e i suoi dispositivi sono certificati per l’utilizzo nell’uomo: in cosa consiste esattamente? “Grazie a un sistema di impulsi elettrici – spiega la dottoressa Salati – siamo in grado di aumentare la permeabilità della membrana cellulare, favorendo la formazione di pori transienti attraverso cui penetra il DNA; una volta all’interno della cellula, il DNA farà esprimere dei frammenti di proteina del virus in grado di scatenare la risposta immunitaria in coloro che si vaccinano. Una volta vaccinati dunque, qualora l’organismo dovesse imbattersi nel virus, la memoria immunitaria permetterà di non contrarre la malattia”.

Ma qual è il vantaggio di un vaccino a DNA rispetto ai vaccini classici? “Tra i vantaggi – prosegue la biotecnologa di IGEA – vi è certamente quello legato a uno sviluppo più rapido rispetto ai vaccini tradizionali. Davanti a noi abbiamo una serie di step da seguire e rispettare, necessari per ottenere un vaccino efficace e sicuro.

Prevediamo di iniziare la sperimentazione sull’uomo tra 18 mesi”.

Una sfida storica per combattere un’emergenza sanitaria senza precedenti per il nostro Paese e non solo. “Nessuno si aspettava che il Covid-19 potesse arrivare fino a noi, in Italia. D’altronde in passato, la Mers e la Sars, ad esempio, sono state confinate con buoni risultati. Oggi abbiamo di fronte a noi un compito complesso ma, fortunatamente, abbiamo a disposizione la tecnologia per poterlo fare. IGEA, da questo punto di vista, è all’avanguardia sul campo e ha già esperienza nello sviluppo di protocolli di elettroporazione per vaccini a DNA”.

Jessica Bianchi

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