Nel corso di una terribile epidemia, sette ragazze e tre ragazzi decidono di isolarsi in campagna e trascorrere dieci giorni tra loro, tra canti, balli e giochi. Una parte importante del tempo trascorso insieme la giocano i racconti: la trama del Decameron di Boccaccio è stata richiamata più volte negli ultimi giorni, date le terribili analogie tra gli effetti sulla vita quotidiana che l’attuale epidemia di coronavirus ha con la peste che si abbatté su Firenze nel 1348. Ora come allora, molte persone sono state costrette da cause di forza maggiore ad abbandonare la consueta routine della propria vita, a non poter uscire di casa per tentare di contenere il diffondersi del contagio. Tra questi, chi ne ha maggiormente risentito sono forse gli studenti, che ormai da settimane non frequentano più le aule scolastiche, i professori e i propri coetanei. Uno shock che si aggiunge ai timori che il protrarsi dell’emergenza porta con sé, ma al quale le scuole stanno tentando di porre rimedio, sia con le lezioni online a distanza, che con le iniziative più disparate. Tra queste, merita una segnalazione quella ideata da Giulia Bassoli e Luca Verrini, docenti di Lettere, e da Claudio Cavazzuti, a sua volta docente nonché preside dell’Istituto Sacro Cuore di Carpi: hanno lanciato L’Allegra Brigata, un concorso letterario a cui possono partecipare gli studenti dell’istituto, e che prende le mosse proprio dalla struttura del capolavoro boccaccesco. Se sono le storie a costruire il nostro immaginario, che a sua volta rappresenta il collante che tiene insieme una comunità, allora condividere racconti può rappresentare un modo molto interessante non soltanto per far esercitare i ragazzi e aiutarli a trascorrere il ‘tempo sospeso’ dell’isolamento domestico, ma anche a farli sentire vicini seppur nella lontananza. “Affinché grazie a voi si possa porre rimedio almeno in parte al peccato della fortuna – recita il bando del concorso – intendiamo farVi raccontare cento novelle, favole, parabole o istorie che dire le vogliamo, raccontate in dieci giorni da una onesta brigata di sessantuno studenti nel pistilenzioso tempo del coronavirus”. Una bella idea, per far sì che questo virus, sebbene ci costringa a stare distanti gli uni dagli altri, ci ritrovi comunque uniti quando questa terribile esperienza sarà passata.
Marcello Marchesini