Lottando tutti insieme, da questa malattia si può guarire.

Al Policlinico di Modena e all’Ospedale di Baggiovara sono state allestite due Covid Room, aree dove vengano ricoverati pazienti usciti dalla fase acuta ma non ancora dimissibili.

0
1817
Area Covid all'Ospedale di Baggiovara

La domanda ricorre. Incessante. Terrà il nostro sistema sanitario? Ci saranno abbastanza posti di Terapia intensiva nella nostra provincia?
Come si stanno attrezzando l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e l’Azienda Usl per far fronte ai numeri dell’emergenza Coronavirus?
PAZIENTI COVID 19 RICOVERATI
Al momento sono 131 i pazienti COVID positivi ricoverati: 32 all’Ospedale Civile e 99 al Policlinico. Di questi, sono in terapia intensiva 42 pazienti: 23 nei posti intensivi gestiti dal professor Girardis al Policlinico e 19 nella terapia intensiva dell’Ospedale Civile diretta dalla dottoressa Bertellini.
Risultano inoltre in attesa di conferma diagnostica 72 casi sospetti. Al Policlinico in degenza ordinaria sono seguiti 76 pazienti positivi, di cui 48 presso le Malattie Infettive e 28 negli altri reparti. Per quanto riguarda l’Ospedale di Baggiovara, sono 13 i ricoverati in degenza ordinaria, concentrati in particolare presso settori individuati ad hoc nel corso dell’evolversi del piano di attivazione posti letto aziendale e provinciale.
PERSONALE POSITIVO
Ad oggi si contano 18 operatori nei due ospedali.
LA RIORGANIZZAZIONE DEGLI OSPEDALI
Sono state attivate aree di degenza ordinaria specificamente preposte al ricovero di pazienti COVID-19 sia sospetti che accertati. Al Policlinico il primo settore dedicato è stato un reparto di 25 posti letto, denominato COVID ROOM, sotto il coordinamento del dottor Lucio Brugioni.
“Nei giorni scorsi abbiamo attivato una COVID Room per dare manforte alle Malattie Infettive, alla Pneumologia e alla Terapia Intensiva. Il reparto – spiega il dottor Brugioni, direttore Medicina Interna e Area Critica e Resp. Covid Room Policlinico – ha 25 posti letto e si trova in una degenza prima dedicata al settore chirurgico. In questa settimana abbiamo fatto pratica e ci siamo resi conto i quanto sia complessa la gestione di questi pazienti. Il nostro protocollo prevede che in COVID Room vengano ricoverati pazienti usciti dalla fase acuta ma non sono ancora dimissibili. Abbiamo gestito circa 25-30 pazienti e siamo riusciti ad avere le prime dimissioni, una decina. Lottando tutti insieme, da questa malattia si può guarire. Il protocollo di dimissione prevede, inoltre, un monitoraggio telefonico delle condizioni cliniche del paziente. Nei prossimi giorni apriremo altre sezioni”.
Similmente nell’Ospedale di Baggiovara è attivo un settore di 30 posti letto il cui riferimento medico è il dottor Giovanni Pinelli.
“La Covid Room – sottolinea il dottor Pinelli, direttore Medicina Interna d’Urgenza e e Area Critica e Coordinatore della COVID Room dell’Ospedale di Baggiovara – è un settore dedicato di 30 posti letto, recuperati per la riduzione dell’attività chirurgica. Sin dall’inizio è stata coinvolta tutta l’area medica internistica, coinvolgendo tutto il personale medico, privilegiando chi aveva esperienza pneumologica o infettivologica, e infermieristico. Io ho il coordinamento di questa area insieme agli altri direttori delle strutture internistiche coinvolte.
Abbiamo individuato sin da subito un reparto da utilizzare e in prospettiva altri due reparti contigui, in un’area vicina alle terapie intensive in modo da creare uno spazio omogeneo e isolato che lasciasse “puliti” gli altri settori dell’ospedale. Sino ad ora l’obiettivo è stato raggiunto. Nell’ultima settimana abbiano dimesso sei pazienti al domicilio con verifica telefonica delle condizioni da parte del reparto”.
TERAPIE IN SPERIMENTAZIONE: IL TOCILIZUMAB
Il Tocilizumab è un farmaco immunosoppressore, già in uso soprattutto per il trattamento dell’artrite reumatoide e dell’artrite idiopatica giovanile sistemica, una grave forma di artrite reumatoide dei bambini.
Nel bollettino del 10 marzo era stato comunicato l’utilizzo, in associazione con l’idrossiclorochina, per abbassare la carica virale nei pazienti COVID-19 positivi. Al momento nella ventina di pazienti nei quali è stato usato si rilevano buone risposte, anche se occorre più tempo per valutare i reali risultati della terapia. La nostra Azienda potrebbe essere a breve confermata da parte dell’AIFA fra i centri inseriti in una sperimentazione nazionale del farmaco.

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp