Coronavirus, 1.947 i casi positivi in Emilia-Romagna, 208 in più di ieri

I pazienti in terapia intensiva sono 112. Crescono purtroppo anche i decessi, che arrivano a 146: 33 in più rispetto a ieri. Modena raggiunge quota 190 contagi, 27 in più di ieri di cui 5 a Carpi che arriva così a 49 casi. Pronti per diventare ospedali Covid Carpi, Mirandola e Sassuolo.

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In Emilia-Romagna sono complessivamente 1.947 i casi di positività al Coronavirus, 208 in più rispetto all’aggiornamento di ieri.
Complessivamente, sono 811 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 112 (8 in più rispetto a ieri). E salgono a 43 (ieri erano 38) le guarigioni, 41 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 2 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.
Purtroppo, crescono anche i decessi, passati da 113 a 146: 33, quindi, quelli nuovi, che riguardano 22 uomini e 11 donne; per dieci delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 15 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 2 in quella di Rimini, 5 Reggio Emilia, uno Modena, uno Cesena e uno in quella di Cremona.
In dettaglio, ecco i casi di positività: Piacenza 679 (15 in più rispetto a ieri), Parma 430 (52 in più), Rimini 312 (67 in più), Modena raggiunge quota 190 contagi, 27 in più di ieri di cui 5 a Carpi che arriva così a 49 casi, Reggio Emilia 123 (9 in più), Bologna 122, di cui 42 del circondario imolese (complessivamente 14 in più, tutti a Bologna), Ravenna 41 (10 in più), Forlì-Cesena  33 (di cui 22 a Forlì e 11 a Cesena, complessivamente 9 in più, di cui 4 a Cesena e 5 a Forlì),  Ferrara 17 (5 in più rispetto a ieri).
DPI – Dispositivi di Protezione Individuale
 – Dopo le 80mila mascherine chirurgiche di ieri, il Dipartimento nazionale della protezione civile ne ha consegnate altre 160mila. Confermati i dati sulle 131.000 mascherine modello ffp2, le 3.180 mascherine modello ffp3 e le 738 tute mono uso.

Quasi 1.300 posti letto già allestiti nella rete ospedaliera dell’Emilia-Romagna per pazienti colpiti – Quasi 1.300 posti letto (1.290) già allestiti in Emilia-Romagna per far fronte all’emergenza Coronavirus: di questi, 211 sono per la terapia intensiva e 1.079 per gli acuti (all’interno di reparti di malattie infettive, pneumologie e medicine). E’ la risposta della Regione, che si è subito attivata, attraverso un apposito piano, per potenziare la disponibilità di posti letto “dedicati” ai pazienti colpiti dal virus. A oggi, il piano – uno strumento di programmazione in continua evoluzione, sulla base delle esigenze epidemiologiche e assistenziali – prevede di poter arrivare sino a 539 posti letto di terapia intensiva per i pazienti in condizioni più gravi e a 3.120 posti per acuti.
“Stiamo lavorando in rete – spiega il commissario ad acta per l’emergenza Coronavirus, Sergio Venturi – questo significa che anche le strutture che hanno visto sinora una bassa incidenza di nuovi casi, stanno alzando il livello di disponibilità per supportare gli altri territori che hanno bisogno, a partire da Piacenza. Siamo all’opera per individuare tutti gli ospedali Covid per ogni singola provincia: ciò dovrebbe consentire un ulteriore ampliamento delle dotazioni destinate a pazienti infetti. Ognuno sta facendo al massimo la propria parte, il sistema opera con la massima collaborazione reciproca e a pieno regime”.
Il piano della Regione: 5 livelli di “saturazione” dei posti letto
Il piano messo a punto dalla Regione prevede 5 livelli di saturazione progressivi dei posti letto a favore dei ricoveri di pazienti Covid. Il livello 1 è legato all’utilizzo di letti già esistenti per l’isolamento di pazienti diagnosticati; nel livello 2 i medesimi pazienti possono essere ricoverati in coorti, cioè spazi dedicati a persone con la stessa malattia; il livello 3 prevede l’espansione di reparti e strutture dedicate in macroaree ad hoc, trasferendo e sospendendo attività già programmate e differibili, meno urgenti, in modo da creare nuove disponibilità. Nel livello 4, c’è l’utilizzo della rete regionale con trasferimento di pazienti dagli ospedali più saturi a quelli che hanno maggiore disponibilità.
Il livello 5, infine, indica la creazione di ospedali o padiglioni interamente dedicati a pazienti Covid: si intendono strutture di dimensioni medio-piccole (indicativamente 150-200 posti letto) dotate di terapia intensiva e, eventualmente, di aree semintensive. È opportuno che in queste sedi non siano svolte attività non trasferibili e non “isolabili” (come trapianti, emodinamica e altre discipline di alta specialità).
Dal costante monitoraggio dell’occupazione dei posti letto emerge come, ad affiancare la funzione hub dei principali ospedali del territorio, ci siano già degli ospedali Covid. Nello specifico, accanto all’hub di Piacenza funzionano come Covid hospital Castel San Giovanni e Fiorenzuola, sempre nel piacentino.
A Parma, il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub) operano come Covid hospital. Sono già pronti per diventare ospedale Covid Fidenza e Borgo Taro, nel parmense.
Nel reggiano, a supportare l’hub di Reggio Emilia città(Arcispedale Santa Maria Nova Nuova)c’è Guastalla (ospedale Covid).
A Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto per l’area intensiva). Pronti per diventare ospedali Covid Carpi, Mirandola e Sassuolo.
A Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, verrà riattivato a breve un padiglione dedicato, il 25. Già definito ospedale Covid il Bellaria, che funzionerà come tale anche per l’imolese.
Per Ferrara, in caso di necessità l’hub del Sant’Anna sarà supportato come Covid dall’ospedale del Delta.
Infine, per la Romagna, agli hub di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena verranno affiancati come Covid hospital da Lugo e Riccione.

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