A Londra per progettare le facciate del futuro

Il carpigiano Rocco Boselli, classe 1993, laureato in ingegneria edile, lavora a Londra nell’Ufficio di Consulenza e progettazione di facciate. “Mi sono trasferito qui perché la progettazione di facciate è un settore ingegneristico ancora poco affermato in Italia”.

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Rocco Boselli

Rocco Boselli – ingegnere edile di 26 anni laureato al Politecnico di Milano con una tesi dal titolo Blast-resistant Facades, ovvero Analisi e Progettazione di Facciate di Edifici Resistenti alle Esplosioni – poco prima della laurea è volato a Londra per lavorare come tirocinante in un ufficio di progettazione di facciate e involucro dell’edificio. Giusto il tempo di tornare in Italia per laurearsi che è subito ripartito alla volta di Londra per accettare un contratto a tempo indeterminato nello stesso ufficio in cui aveva fatto lo stage.

Rocco, perché la tua scelta è ricaduta proprio su Londra?

“Al di là dei vantaggi economici iniziali, in quanto i tirocini a Londra permettono di mantenersi quasi interamente da soli al contrario di quanto accade in Italia, la motivazione principale che mi ha portato a trasferirmi nella capitale del Regno Unito è che in Italia non avevo trovato nulla che mi entusiasmasse tanto quanto il lavoro che svolgo nell’ufficio dove sono stato assunto. Infatti, il settore delle facciate, come specializzazione dell’ingegneria edile in Italia, è ancora poco affermato anche per mancanza di una città come Londra in cui tutti i nuovi edifici presentano facciate tanto complicate da necessitare di un consulente specialista.

Milano potrebbe rappresentare in futuro una città simile alla capitale inglese, ma è ancora troppo indietro. Molto studi di consulenza ingegneristica internazionali hanno provato ad aprire un ufficio con questa specializzazione anche in Italia, a Milano ma, o sono stati costretti a chiudere, o sopravvivono a stento. Lo studio in cui lavoro è principalmente specializzato nella progettazione ingegneristica delle facciate di edifici (vetrati ma non solo). Si chiama Eckersley O’Callaghan e conta più di 80 persone nella sede londinese divisi in tre grandi team: uno di strutture – pura ingegneria civile – il mio specializzato in facciate, e un altro, il più specialistico, che si occupa di facciate in vetro strutturale – facciate tipo quelle degli Apple store per i quali siamo quasi l’unico studio di ingegneria al mondo che se ne occupa. In più ha altri uffici più piccoli in giro per il mondo: Parigi, New York, San Francisco e Honk Kong. Ha anche vinto il premio nel 2019 come Construction consultancy of the year”.

Di cosa ti occupi?

“Sostanzialmente di studiare e ingegnerizzare il design degli architetti, di razionalizzarlo fino alla realizzazione. Inoltre le facciate, soprattutto quelle completamente vetrate, hanno bisogno di analisi strutturali, termiche e acustiche per le quali mi viene richiesto di fare calcoli e modelli. In questo momento poi, nel pieno della crisi climatica, il nostro ufficio, insieme a molti altri studi di ingegneria, di architettura e di tutto il settore delle costruzioni, si è messo in gioco firmando una dichiarazione di crisi climatica globale in cui si impegna a consigliare il governo, e il settore in generale, a portare avanti progetti di ricerca e di sviluppo per sviluppare nuove soluzioni sostenibili. Cerchiamo di capire in senso pratico quanto un edificio, in particolare una facciata, impatti sull’ambiente cercando di quantificare le emissioni di CO2 che i materiali, la loro produzione e la loro installazione, fino al loro smantellamento e possibile riciclo, comportano. Questo credo sia una delle cose più importanti per il presente e per il futuro”.

Rimarrai a Londra?

“Ho intenzione di imparare il più possibile da questa mia prima esperienza lavorativa. Al momento, per un progetto di vita stabile e definitiva, mi vedo ancora in Italia, magari a Milano, ma potrei considerare di restare a Londra qualche anno, o di andare a New York o San Francisco in una delle nostre altre sedi. Tuttavia, non voglio mettere le mani avanti, per adesso mi trovo molto bene qua e poi si vedrà”.

Il tuo punto di vista sulla Brexit?

“Per quanto riguarda la Brexit non voglio dare giudizi politici, ma sicuramente a Londra e nel mio ufficio la maggioranza era contraria all’uscita dell’Inghilterra dall’Unione. A parte questo penso che gli italiani che già lavoravano qua non avranno grossi problemi, in quanto è già da un po’ di tempo che è partito un piano di pre-settlement per garantire determinati diritti e garanzie fino alla possibile acquisizione della cittadinanza. Dopo la Brexit onestamente non so come sarà per chi vorrà trasferirsi. Per quanto riguarda il lavoro, la maggior parte dei nostri clienti e progetti sono in Inghilterra o al di fuori dell’Europa, quindi abbiamo avuto rassicurazioni dai nostri capi e loro non sembravano molto preoccupati a livello lavorativo bensì delusi a livello personale”.

Anche a Londra è panico da Coronavirus?

“Qui se ne parla molto poco a dire il vero e non c’è nessuna isteria. Gli asiatici che girano con la mascherina sono gli stessi che la usavano anche prima dello scoppio dell’epidemia. Quindi, nessun allarmismo al momento”.

Chiara Sorrentino