Prima di finire in discarica, c’è il mercatino del riutilizzo: il Comune si attivi

A Soliera il progetto ha 12 anni: tutto ciò che ha ancora un valore viene messo in vendita mentre il resto oltrepassa il cancello dell’adiacente isola ecologica. E intanto Carpi, come spesso accade, resta a guardare.

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Foto di repertorio

A Soliera il progetto corre veloce e ormai il Mercatino del Riutilizzo di via Stradello Morello, 370 ha dodici anni. Nato nel 2008, su sollecitazione dell’Amministrazione Comunale, il centro di recupero e riciclaggio sorge proprio accanto all’isola ecologica. Una posizione strategica che nel corso del tempo si è rivelata vincente, dando ottimi risultati. Nei box prefabbricati che ospitano il Mercatino – gestito, grazie a una convenzione, da Auser – si possono trovare pezzi d’arredo, soprammobili, piccoli elettrodomestici e molti altri oggetti ancora funzionanti di cui alcune famiglie si liberano svuotando garage e soffitte. Oggetti che prima di entrare in discarica fanno tappa al mercatino: tutto ciò che ha ancora un valore viene messo in vendita a prezzi piccoli mentre il resto oltrepassa il cancello dell’adiacente isola ecologica. Il passo è breve ed è proprio la prossimità a fare la differenza. Un esempio virtuoso di riutilizzo capace al contempo di creare una ricaduta positiva per l’intera comunità solierese: ogni anno, infatti, Auser dona alla città gli utili del Mercatino. Cifre che vanno dagli 9 ai 10mila euro: proventi che possono essere reimpiegati dall’ente pubblico per dar gambe a nuovi progetti o per finanziare attività di riqualificazione del territorio comunale.

E intanto Carpi, come spesso accade, sta a guardare. Un passo indietro. Dal canto suo Aimag non nutre “alcuna preclusione sulla nascita di esperienze simili anche a ridosso dei centri di raccolta carpigiani”, sottolinea il direttore Davide De Battisti. “Tali mercatini – prosegue – devono sorgere su aree comunali e non possono essere gestiti dalla municipalizzata che ha altri compiti ma rappresentano certamente occasioni positive di riciclo, dal momento che allungano il ciclo di vita degli oggetti, oltre a rispondere a esigenze reali del territorio. Quello di Soliera non è l’unico esempio, ve ne è uno simile anche a Cavezzo e, per quanto ci riguarda, non vediamo ostacoli affinchè ne possano nascere anche a Carpi”.

Nella nostra città esistono numerose associazioni di volontariato, sociale e ambientalista, che potrebbero farsi carico della gestione di tale spazio. Un’occasione preziosa per promuovere attivamente quella cultura del recupero e della sostenibilità ambientale con cui anche i nostri amministratori amano riempirsi la bocca. Non stiamo parlando di progetti faraonici, bensì di azioni concrete, tanto piccole quanto di buon senso. Molte famiglie sono in difficoltà, a queste si sommano tutti coloro che amano spulciare tra oggetti polverosi a caccia di un manufatto curioso. Il successo di Recuperandia lo dimostra quotidianamente.

Un mercatino del riutilizzo, a due passi da un centro di raccolta rifiuti, avrebbe l’indiscusso vantaggio, per chi deve disfarsi di vari oggetti, di fare un solo viaggio – chissà che questo non riduca anche gli abbandoni a ridosso dei bidoni di plastica e vetro – e per chi ha la necessità di contenere le spese al massimo di trovare piccoli, grandi affari. Cosa stiamo aspettando?

Jessica Bianchi

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