Immaginate piste ciclabili colorate, spiazzi grigi e abbandonati trasformati in scacchiere per giocare a dama o, ancora, parcheggi di ex capannoni industriali convertiti in spazi per la socialità… Basta poco: tappeti, pouf, fioriere e tanto, tanto colore.
L’urbanismo tattico si può applicare a quello che William White definiva una “enorme quantità di spazio ancora non sfruttato dall’immaginazione”. Un esempio? Lotti vuoti, fronti commerciali inutilizzati, strade sovradimensionate, parcheggi di superficie e altri luoghi pubblici lasciati al degrado. Spazi che possono essere “momentaneamente” riconvertiti e fruiti dalla cittadinanza in una chiave del tutto insolita. Un approccio inusuale al fare urbanistica più comunemente inteso e volto alla progettazione e alla riqualificazione delle nostre città in modo snello, flessibile, con una spesa contenuta e, perché no, con la partecipazione attiva della cittadinanza.
Interventi a basso costo, di carattere sperimentale e con un alto valore comunicativo e sociale. Un approccio che piace all’assessore all’Urbanistica del Comune di Carpi, Riccardo Righi. “Credo occorra avere una visione larga e una stretta della città, con tutte le sue variegate componenti. Vi sono azioni sistemiche da mettere in atto per risolvere le criticità di alcune aree, soprattutto periferiche, affinchè il degrado non si allarghi, intaccando le zone vicine (Ndr – il quartiere di via Unione Sovietica) ma scontano la lentezza della macchina burocratica e poi ve ne sono altre che possono essere adottate, intervenendo ad esempio in ambito stradale e pedonale, con maggiore flessibilità, per riappropriarsi di spazi pubblici. Occasioni dinamiche per far riscoprire l’identità di un luogo o per attribuirvene una nuova”. Contesti ottimali per riconquistare spazio pubblico da destinare alle persone, ai bambini e alle famiglie sono certamente le Zone 30: “nell’arco di quest’anno proseguiremo l’azione sperimentale già intrapresa sul quartiere Colombo arredando lo spazio urbano per creare e facilitare occasioni di incontro. Una buona pratica che, con gli sviluppi del Pums, si moltiplicherà anche in altri quartieri grazie all’introduzione di nuove Zone 30 e la conseguente moderazione del traffico”. Un altro esempio di urbanismo tattico si concretizzerà nel quartiere Remesina grazie all’iniziativa Scuole in autonomia, lanciata da Comune e Agenzia della Mobilità, unitamente al Comprensivo Carpi Nord e, in particolare coi docenti e gli studenti della Scuola Media Focherini: “durante lo scorso anno scolastico i ragazzi hanno individuato le criticità che caratterizzano il percorso casa – scuola, lanciando spunti di riflessione per poterle superare. Idee che ora vogliamo concretizzare anche grazie all’aiuto di Matteo Dondé, architetto urbanista, nonché esperto e progettista di pianificazione della mobilità ciclistica, moderazione del traffico e riqualificazione degli spazi pubblici. L’obiettivo è quello di non intervenire solo sui tragitti bensì sull’intero contesto in cui l’istituto scolastico è inserito per comprendere come intervenire sulla mobilità, ripensando la piattaforma stradale ad esempio, e sviluppare best practice da riproporre anche in prossimità di altre scuole e innescare così un processo di moltiplicazione degli effetti. Perchè – sottolinea Righi – l’urbanistica non può prescindere da coloro che la città la vivono quotidianamente”.
Vi sono poi zone degradate da far rifiorire e, aggiunge l’assessore, “il colore è certamente una componente da non trascurare dell’arredo urbano”. E allora perché non coinvolgere i tanti street artist del nostro territorio – e non solo – per colorare muri, strade e parcheggi? Murales orizzontali e verticali capaci di regalare grande bellezza – nonché nuove forme di turismo – alla nostra città. Intorno alla vecchia piscina è stata eretta una palizzata per evitare che qualcuno possa entrarvi: perché non iniziare da quei pannelli di legno? O, ancora, perché non ricoprire il grigio cemento della stazione delle corriere con un tripudio di sfumature? A Milano numerose strade e piazze hanno cambiato volto grazie a interventi di questo tipo: progetti frutto della diretta partecipazione dei cittadini o del lavoro svolto da associazioni e amministratori locali. Un’occasione per considerare le nostre città come veri e propri laboratori di creatività, per testare nuove idee in tempo reale. “L’idea di coinvolgere artisti per vestire di opere d’arte muri e strade mi entusiasma moltissimo. Siamo aperti a tali iniziative, capaci di rendere più bella e viva Carpi”, aggiunge Righi. Interventi che potrebbero allargarsi anche a porzioni di centro storico, Soprintendenza permettendo.
E su Piazza Martiri, tanto bella quanto vuota, come si potrebbe intervenire? “Terza piazza più grande d’Italia, è un oggetto tanto affascinante e suggestivo quanto complesso. La si potrebbe riempire con arredi dinamici da spostare per creare, nel corso della settimana e in diverse fasce orarie, differenti occasioni di incontro”. “Il nostro obiettivo – gli fa eco l’assessore al centro storico, Stefania Gasparini – è quello di rendere la piazza un luogo da vivere, non riempiendola solo di persone, bensì di contenuti con cui grandi e piccoli possano interagire. Il tempo di statue, installazioni statiche e panchine… è finito, occorre scommettere su arredi dinamici da fruire e toccare. Per questo avvieremo una discussione con la Soprintendenza”. L’urbanismo tattico può rappresentare la chiave di volta, il superamento di schemi ormai obsoleti: inventarsi un nuovo uso degli spazi per riabituare le persone a viverli. Per farlo basta poco ma servono volontà e desiderio di innescare un cambiamento.
Jessica Bianchi