Troppo spesso si sente parlare di anziani scomparsi da casa: il più delle volte le ricerche si concludono con il ritrovamento del familiare nel giro di poche ore ma ci sono vicende drammatiche che proseguono per mesi e, con il passar del tempo, ci si rassegna al peggio. Come nel caso di Aurora, affetta dalla malattia di Alzheimer, scomparsa mentre il marito si era allontanato un istante per prendere il carrello della spesa all’ipercoop I Portali di Modena. Nonostante la famiglia non si sia mai arresa e abbia continuato a sperare di ritrovare in vita la 76enne, il suo cadavere fu scoperto per caso, due mesi dopo la scomparsa, nei pressi della ferrovia di Modena. Sergio invece non è più tornato nella sua abitazione a Reggio Emilia dopo che, con la sua bicicletta si era recato, il 29 marzo scorso, in ambulatorio a Reggio Emilia. Per i familiari sono stati dieci mesi di ansia e tormento perché Sergio, 80 anni, sembra sparito nel nulla. Le malattie degenerative, come l’Alzheimer, si manifestano attraverso la perdita di memoria e l’incapacità di riconoscere i propri cari e quello dell’allontanamento, con successivo disorientamento spaziale, è una delle complicazioni possibili nell’evoluzione della malattia. “I familiari devono essere sensibilizzati, resi consapevoli e ben informati quando la persona è a rischio di perdersi perché – spiega la dottoressa Annalena Ragazzoni, presidente del Gafa – Gruppo Assistenza Familiari Alzheimer – tanto si può fare sul fronte della prevenzione”. Per contrastare il fenomeno della scomparsa di persone affette da demenza senile destinato a crescere visto il progressivo aumento della popolazione anziana, è stato firmato in Prefettura a Modena un protocollo per favorire la prevenzione della scomparsa e la ricerca di persone affette da Alzheimer e da altre malattie neurodegenerative.
Al tavolo, insieme al Prefetto di Modena Maria Patrizia Paba, si sono seduti i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, il direttore dell’Azienda Asl, i sindaci di numerosi Comuni e Unioni di Comuni, oltre agli esponenti delle cinque associazioni dei familiari di malati di demenza presenti nella provincia di Modena e l’associazione nazionale Penelope.
“Condividiamo l’impegno a mettere in campo diverse soluzioni, anche aiutati dalla tecnologia, affinché in caso di necessità, i familiari possano ricevere risposte adeguate rivolgendosi agli ambulatori geriatrici, ai Servizi Sociali o alle associazioni”. Recentemente la dottoressa Ragazzoni ha consigliato ai familiari di una signora affetta da Alzheimer di attivarsi per prevenire un possibile disorientamento che è tra le manifestazioni della malattia. “In un’occasione particolare le hanno regalato uno smartwatch che è stato fondamentale quando la signora si è persa in spiaggia al mare perché ha reso possibile il suo ritrovamento in dieci minuti. Tutto è più semplice quando la persona è tecnologicamente capace e accetta un qualsiasi device. Più spesso gli anziani sono resistenti alle novità me le nuove tecnologie stanno facendo passi avanti”.
Con il Protocollo d’intesa sottoscritto in Prefettura si è sottolineato il problema con forza, ora toccherà ai singoli distretti della Provincia di Modena dotarsi di strumenti e attivare opportuni percorsi assistenziali per la prevenzione e la gestione del fenomeno.
Sara Gelli