Il Diario di Corradi per tornare a tre secoli fa

La lettura del “Diario delle cose accadute a Carpi e dintorni durante la guerra di successione spagnola (1702-1707)” diventa un’immersione totale in un periodo di storia locale finora poco conosciuto.

0
1759

Carpi occupata dai soldati, se andava bene francesi, altrimenti alemanni, con il loro seguito di prostitute, sarte, cuochi e cavalli da sfamare portando via tutto quello che gli abitanti avevano: il Diario delle cose accadute a Carpi e dintorni durante la guerra di successione spagnola (1702-1707) del capitano Guido Corradi racconta giorno per giorno un periodo di storia locale finora poco conosciuto, oggi restituito a noi grazie all’impegno del Gruppo Storico Novese e, in particolare, all’opera di Lauro Tavernelli, a cui si deve la trascrizione fedele dell’originale, e di Anna Maria Ori, che lo ha riscritto in italiano moderno.

“In quel tempo – racconta Anna Maria Ori – i francesi di Luigi XIV avevano occupato il Ducato di Modena mentre l’esercito dell’imperatore d’Austria era arrivato fino a Mirandola: mentre si contrapponevano lungo il Po dove erano schierati sessantamila soldati, occuparono prima i francesi e poi gli alemanni, il territorio di Carpi, piazzaforte trasformata in retrovia del fronte, con le immaginabili conseguenze per i cittadini e il territorio. Non esitavano a tagliare gli argini provocando terribili inondazioni pur di colpire l’esercito nemico”.

Sono gli anni freddissimi della glaciazione, in cui sul Po di camminava, e l’esercito bruciava anche gli usci delle case; Carpi contava tremila abitanti (la popolazione era dimezzata rispetto ai tempi di Alberto III Pio) ed era costretta a ospitare quattromila soldati.

“Con i mattoni requisiti ai frati di San Nicolò i francesi costruiscono quaranta forni per cuocere il pane che i contadini carpigiani erano costretti a trasportare coi buoi per portarlo ai soldati impegnati in guerra. Li avevano costruiti sulle mura perché dentro alla città le case avevano i portici in legno e rischiavano di incendiarsi”. I soldati se la prendono con il povero prete di Novi rasandogli i capelli e indossando gli abiti sacri, procedono alle esecuzioni davanti al Duomo davanti agli occhi di Corradi che descrive il boia mentre squarta un condannato, ma poi vengono puniti dalle autorità francesi quando eccedono e impiccati come avviene a Cortile dove Corradi racconta di soldati impiccati al campanile. Guido Corradi era informato di tutto ciò che accadeva perché impegnato in prima persona in quanto provvisore generale, cioè una specie di sindaco, che tutela la comunità locale contro l’invasore, francese o alemanno: il suo obiettivo era quello di servire l’invasore limitando i danni. “Nel Diario, oltre alle vicende di guerra, Corradi ha annotato tutti gli avvenimenti che avevano suscitato il suo interesse come la storia d’amore tra una ragazza ebrea carpigiana che si innamora di un soldato francese e si converte per seguirlo in Francia”.

I francesi occupano la città dei Pio per quattro anni fino a quando le truppe dell’esercito imperiale al comando di Eugenio di Savoia si avvicinano, assediano Carpi per cacciarne i francesi, che all’ultimo momento decidono di arrendersi, evitando alla città di essere messa a ferro e fuoco. Solo dopo i carpigiani sapranno che il grosso dell’esercito alemanno, circa sessantamila soldati attorno a Villa Cattani (il complesso residenziale nel sottostrada di via Cattani oggi ristrutturato), era pronto al saccheggio, in caso di resistenza, come era accaduto a Concordia, completamente incendiata, ma dai francesi.

“L’autore del diario – conclude Anna Maria Ori, esperta di storia locale – rivela una impostazione razionalista preilluministica, è un uomo colto che proviene da una famiglia di commercianti ben affermati già nel Quattrocento e ha sicuramente conosciuto Antonio Ludovico Muratori. Guido Corradi a sue spese renderà navigabile il Gabelo di Carpi trasformando gli argini in carreggiata erbosa per permettere ai buoi di trainare sull’acqua le chiatte cariche di merci”. Un carpigiano d’azione e nello stesso tempo un intellettuale finora quasi ignorato ma oggi valorizzato dal lavoro del Gruppo Storico Novese. I volumi saranno presentati in diverse date: a Rovereto (19 novembre, Sala De Andrè ore 21) e Novi (6 dicembre, Sala Ferraresi, ore 21); per Carpi (Auditorium Loria e libreria La Fenice) e Modena (Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti) sono previste presentazioni tra gennaio e i primi mesi del 2020.

Sara Gelli