La storia di Erika commuove il pubblico di Rai 1

Erika Borellini, la studentessa 25enne che da sei anni si prende cura, giorno dopo giorno, della madre, e che per un solo punto non si è potuta iscrivere alla Magistrale ha raccontato la sua storia nel corso del programma televisivo Italia Sì di Rai Uno

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“Mi hanno chiamata allo scoccare della mezzanotte, certo non era così scontato che rispondessi…”. Ride Erika Borellini la studentessa 25enne che da sei anni si prende cura, giorno dopo giorno, della madre, Lorenza, nel ricordare la telefonata che la produzione del programma televisivo Italia Sì le ha fatto lo scorso 18 ottobre per domandarle di partecipare alla trasmissione il giorno successivo. “Ero scioccata, mai avrei pensato di andare in diretta televisiva su Rai Uno. Una volta sveglio, ne ho parlato con mio padre e mi sono convinta a partecipare: un’occasione del genere non capita certo tutti i giorni e io, pur di veder realizzato il sogno di iscrivermi alla Magistrale, sono più determinata che mai nel proseguire la mia battaglia”.
Nonostante l’onere della cura ricada quasi interamente sulle sue spalle, Erika non ha mai rinunciato agli studi e, a febbraio, si è laureata con 84/110 in Ingegneria Elettronica all’Ateneo di Modena. Per un solo punto, nonostante la studentessa di Rovereto abbia lottato strenuamente per ottenere un poco di flessibilità considerata la sua complessa situazione famigliare e il suo ruolo di caregiver, Unimore le ha negato l’accesso alla Magistrale. L’Università di Modena e Reggio, infatti, ha chiuso la vicenda, liquidandola con un insindacabile “non ammissibile”.
“Alle otto di sabato 19 ho richiamato la produzione, ho accettato l’invito e sono saltata sul primo treno per Roma. Una volta arrivata, un taxi mi stava aspettando per portarmi in Rai e l’avventura è iniziata. Trucco, parrucco ma, soprattutto, un’emozione indescrivibile. Ero talmente agitata che non riuscivo a parlare con nessuno, non facevo altro che ripetere il mio discorso per arrivare pronta davanti alle telecamere. Avrei tanto voluto avere accanto qualcuno con cui condividere la tensione ma con così poco preavviso sono dovuta partire da sola”.
Quando Erika è entrata in studio, accolta da Marco Liorni, “tremavo dalla paura ma mi sono fatta coraggio e ho iniziato a raccontare la mia storia e quella della mia famiglia”.
Mi hanno rubato un sogno – ha ribadito Erika più volte – e vorrei riprendermelo. Sono qua per protestare per una profonda ingiustizia che io, così come tanti altri che come me si occupano di famigliari affetti da grandi disabilità, ho subito. Perchè uno studente lavoratore può beneficiare di due punti bonus e un caregiver no? Perché il nostro ruolo non viene riconosciuto dal mondo accademico? Mi spiace di non essere riuscita a guadagnarmi quel punto ma rifarei tutto daccapo perché mia madre è la mia priorità.
Dopo averle promesso che avrebbero contattato il magnifico rettore di Unimore e il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, Liorni ha congedato la studentessa: “quando sono uscita dallo studio, i componenti della produzione mi hanno baciata e si sono complimentati. E’ stata un’esperienza davvero fortissima soprattuto per me, cresciuta in provincia e che da sola non si era praticamente mai allontanata da casa. Non ho aspettato nemmeno la fine del programma, ho ripreso il taxi e mi sono fatta riportare in stazione”.
Erika sta vivendo un “momento travolgente”, la stampa nazionale si è interessata al suo caso e la petizione lanciata dai compagni di università per perorare la sua causa ha già raccolto 86mila firme in sole tre settimane: “mi pare di vivere in un vortice ma la cosa che più mi entusiasma sono i tanti giovani caregiver di Italia che mi stanno contattando su Facebook per condividere  dubbi, paure ed esperienze”. Nonostante i riflettori siano puntati su di lui, il rettore fino a questo momento ha scelto la strada del silenzio. Un silenzio assordante. “A novembre – sorride Erika – ne verrà nominato uno nuovo. Io non mollo e busserò anche alla sua porta per potermi iscrivere alla Magistrale. Ho già perso un paio di mesi ma recuperò”.
Jessica Bianchi