Non si sa se la celebre frase scritta da Percy Bysshe Shelley a inizio Ottocento esprima una qualche forma di verità o rappresenti piuttosto l’apice della suggestione del romanticismo inglese, ma due fatti certi ci sono. Il primo è che questa è una delle citazioni scelte da Jubal Alfonso Varas per aprire La magia dei giorni, la sua raccolta di poesie fresca di traduzione italiana, con testo spagnolo a fronte. La seconda è che, mentre il poeta cileno, per molti anni esule nel nostro territorio per sfuggire alla persecuzione della dittatura nel suo paese natale è vivo, vegeto e attivissimo, Augusto Pinochet, il generale che si pose alla testa del colpo di stato che rovesciò il governo democraticamente eletto di Salvador Allende instaurando un durissimo regime militare, autore di omicidi a sfondo politico, torture e molte altre sistematiche violazioni dei diritti umani, che si concluse nel 1990, segnando per sempre la vita di migliaia di cileni come Alfonso, colpevoli soltanto di avere idee di sinistra, è morto nel 2006, e su di lui si leva la condanna della storia. Se dunque ai poeti non è forse permesso scrivere, almeno direttamente, le leggi che regolano la società civile, e troppo spesso anche incivile, del consesso umano, di certo a questo poeta in particolare, che proprio a causa della dittatura di Pinochet ha così tanto sofferto, è stato concesso di sopravvivergli, girando l’Italia e il Cile per presentare i suoi componimenti e insieme contribuire a non far dimenticare la memoria di quanto accaduto. E sono la vita, gli incontri, le esperienze, le passioni e i rimpianti di Alfonso Varas a essere distillati nelle sue poesie, in cui emerge la nostalgia per la propria l’Araucania, la regione marittima nel sud del Cile che gli ha dato i natali, lo stupore e la melanconia causati dallo scorrere del tempo, l’amore e lo struggimento per l’assenza della moglie, Glenda Judith, compagna di vita e d’esilio: Senza di te l’inverno è eterno/e la prossima primavera/passerà rapidamente./Vedi:/La vita prosegue,/come lampada accesa/dispersa nella nebbia. Una raccolta che riunisce i componimenti di una vita, dai versi giovanili a quelli della maturità, dalle poesie scritte negli anni trascorsi nel modenese, fino a quelli del sospirato ritorno in patria. Un legame, quello con l’Italia, che non si è tuttavia mai interrotto: oltre ad aver ricoperto l’incarico di bibliotecario a Vignola, Varas è sempre tornato in Italia, anche perché qui vivono ancora alcuni dei suoi figli, tra cui Fabiola, impiegata presso la Cooperativa sociale Il Mantello di Carpi. Recentemente Alfonso Varas ha presentato Magia dei giorni in diversi incontri pubblici, tra cui quello al Poesia Festival: ancora una volta, i suoi versi viaggiano per il mondo, perché se è possibile uccidere, incarcerare o torturare un uomo, non esistono catene in grado di fermare la poesia.
Marcello Marchesini