E’ senza dubbio un uomo di ferro il carpigiano 47enne Dario Cavazza che domenica 22 settembre ha percorso 1,9 chilometri a nuoto (in 36 minuti), 90 chilometri in bicicletta (2h59’) e 21 chilometri di corsa (1h50’) alla Ironman Italy 70.3 di Cervia a cui hanno partecipato 6.500 atleti. Cavazza è molto soddisfatto del suo tempo (5h42’) e condivide il successo con la moglie Roberta che era al suo fianco a Cervia, come in tutte le precedenti imprese.Domenica sveglia presto, qualche esercizio di stretching e poi un’abbondante colazione a base di latte, pane, marmellata, uova, prosciutto. Cavazza ha bruciato 4.400 calorie durante le cinque ore della competizione. Arriva il momento di infilare la muta e schierarsi alla partenza sulla spiaggia del Fantini Club e poi il via.
Come è nata l’idea di partecipare?
“Il triathlon mi ha sempre affascinato come disciplina, pensavo potesse permettermi di tirar fuori potenzialità ancora inespresse e così è stato”.
Come si è preparato?
“Ci è voluto un anno e mezzo di preparazione perché la condizione fisica è imprescindibile per affrontare gare di questo tipo. Nuoto, corsa, ciclismo: è un allenamento specifico e molto duro”.
Come si riesce ad affrontare uno sforzo di questo tipo?
“Come dicevo la preparazione fisica è indispensabile ma questa è una gara in cui è fondamentale usare la testa. Se dovessi esprimermi in termini percentuali direi che per il 60% è una gara di testa e per il resto una gara di forza fisica”.
Come è stata la gara?
“La Ironman 70.3 è paragonabile alla Cento chilometri del Passatore che ho fatto in passato. Il mare era leggermente increspato e quindi si è nuotato con difficoltà ma tutto è andato bene fino alla salita di Bertinoro perché la fatica ha iniziato a farsi sentire. Mentre pedalavo mi dicevo: Dai Dario sei a metà. Ho chiuso la tappa nei tempi stabiliti grazie anche a una provvidenziale pioggerellina. Poi, lasciata la bici nella rastrelliera, è iniziata la corsa nelle strade tra Cervia e Milano Marittima tra una marea di persone che, pur non conoscendomi, facevano il tifo e mi incoraggiavano”.
E dopo il traguardo il meritato riposo…
“Il riposo sarà breve perché ho in programma la Maratona di New York a novembre, quindi starò fermo una settimana e poi ripartirò con gli allenamenti”.
Lo rifarà?
“Senz’altro, magari in giro per il mondo ma penso che lo rifarò. E’ stata un’esperienza pazzesca che mi ha insegnato a non mollare mai”.
Sara Gelli