Strage di Corinaldo: arrestata una banda di sette giovanissimi modenesi

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A San Prospero, Castelnuovo Rangone, Castelfranco Emilia, San Cesario sul Panaro, Sestri Levante e Cervia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Ancona, unitamente a quelli di Modena, Genova e Ravenna, hanno arrestato 7 persone, domiciliate nella provincia di Modena e ritenute responsabili di Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, e sei di loro anche di Omicidio preterintenzionale, Lesioni personali e singoli episodi di Rapine e Furti con strappo.
Le indagini, avviate a seguito della strage avvenuta all’interno della discoteca Lanterna Azzurra Clubbing di Corinaldo, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, in cui trovarono la morte sei persone e altre 200 rimasero ferite, sono state condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Ancona.
Le attività hanno consentito di individuare gli appartenenti a un sodalizio criminale dedito a furti e rapine all’interno di locali da ballo.
Nel corso delle indagini, sono stati raccolti elementi a carico di sei giovani (B.A.,19enne nato a Modena e residente a San Prospero, M.A., 22enne, nato a Tunisi e residente a Castelnuovo Rangone, A.C., 20enne nato a Modena e residente a Bomporto, U.D.P., 19enne nato ad Aversa e residente a San Prospero, S.H., 21enne nato in Marocco e residente a Bomporto, R.M., 19enne, nato a Modena e residente a San Cesario sul Panaro) i quali, unitamente a un diciannovenne, deceduto nel corso dell’indagine a seguito di un incidente stradale, la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 erano presenti all’interno della Lanterna Azzurra dove si sono macchiati di rapina ai danni di cinque giovani avventori e di un furto con strappo.
Gli indagati, per agevolare le loro azioni predatorie, hanno spruzzato lo spray al peperoncino in concomitanza con l’annuncio dell’arrivo del trapper Sfera Ebbasta e l’emissione dei fumi coreografici.
La diffusione nell’aria della sostanza urticante ha provocato la fuga incontrollata degli avventori dal locale; fuga che ha causato – anche a cagione delle carenze strutturali e dell’inadeguatezza dei presidi di sicurezza (condotte in relazione alle quali si procede separatamente) – la caduta, l’accumulo e il confinamento di numerose persone.
A perdere la vita furono i giovanissimi Asia Nasoni, Emma Fabini, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti e Mattia Orlandi insieme a Eleonora Girolimini, a causa di una sindrome asfittica acuta insorta a seguito dell’immobilizzazione del torace dovuta alla compressione reciproca dei corpi che progressivamente si erano ammassati gli uni sugli altri.
Altre 197 persone rimasero ferite.
Durante le investigazioni è stata accertata l’operatività di un vero e proprio sodalizio criminale composto dai medesimi soggetti che erano presenti a Corinaldo i quali hanno partecipato a decine di eventi musicali organizzati presso varie discoteche del centro – nord Italia, privilegiando quelli che prevedevano l’esibizione di artisti di musica “trap” e, di conseguenza, una maggiore affluenza di pubblico giovanile.
In occasione di tali eventi gli indagati, unitamente ad altri soggetti, hanno compiuto vere e proprie “razzie” di monili in oro indossati dagli avventori, ricorrendo all’uso dello spray al peperoncino sia per evitare di essere scoperti sia per strappare le collane con maggiore facilità.
Nel corso delle indagini è stata anche accertata in capo a costoro la disponibilità di un taser.
La refurtiva veniva di volta in volta consegnata a un “compro-oro” di Castelfranco Emilia il cui titolare, A.B., 65enne, anch’egli destinatario di provvedimento restrittivo, contattato dopo i furti, garantiva una rapida monetizzazione dei monili rubati. I proventi illeciti, che mediamente potevano aggirarsi intorno ai 15.000 euro al mese all’incirca per un totale di 500 grammi di oro al mese, venivano poi suddivisi in parti uguali tra i vari sodali.
Durante le azioni delittuose, gli indagati hanno sempre agito in gruppo e con un “modus operandi” consolidato.
In particolare: alcuni avevano il compito di distrarre la vittima mentre ballava, mediante spintonamenti; altri provvedevano in maniera fulminea a “strappare” le collane e, in alcuni casi, anche bracciali e/o orologi, approfittando della momentanea distrazione causata dai complici; altri soggetti si occupavano di occultare la refurtiva immediatamente dopo l’azione delittuosa, che spesso veniva nascosta in bocca, nelle scarpe, nelle parti intime o all’esterno del locale.
Sono in corso ulteriori indagini per altri numerosi episodi in relazione ai quali è stata accertata, all’interno delle discoteche, la presenza degli indagati e la commissione di furti con strappo.