“Il giudizio lo lascio ai magistrati perché mi pare che siano intervenuti anche in troppi ma questo è un vecchio vizio italiano di occuparsi subito dell’evento e poi disinteressarsene tra nemmeno sei mesi quando emergeranno le reali responsabilità. Così ci ha insegnato anche Veleno. Quindi la prima cosa è non entrare nei dettagli, come dicono gli avvocati nelle carte (che non abbiamo), occupiamoci di ciò che da un punto di vista più generale ci dice questo dramma, che comunque è un dramma per i bambini che ne sono vittime”.
Sullo scandalo dei presunti affidi illeciti in Val d’Enza e dopo la riapertura del caso dei Diavoli della Bassa da parte della Procura di Modena, è intervenuto il noto psichiatra Paolo Crepet.
C’è qualcosa che non funziona nel sistema degli affidi?
“Certo che c’è qualcosa che non funziona, ed è gigantesco quello che non funziona ma lo diciamo da decenni. Io sono abbastanza anzianotto ma sono decenni che diciamo che i Tribunali dei Minori così come sono fatti non funzionano. Ciò non vuol dire demolire un’istituzione ma cambiarla affinché funzioni.
Chi è il giudice di un Tribunale dei Minori? Che carriera fa? Qual è la sua formazione? A mio modestissimo parere un giudice che lavora al Tribunale dei Minori deve fare quello nella vita. Ci vuole un iter formativo diverso dal giudice che si occupa dei crimini della camorra o delle frodi alimentari. Ci vuole una formazione professionale specifica.
Domanda: quante persone che lavorano nei Tribunali dei Minori hanno una seria formazione psicologica? Mi si risponda. E’ evidente che quando c’è di mezzo un bambino la competenza psicologica deve essere primaria e maggiore rispetto alla competenza di diritto. Il diritto è semplicissimo ma si deve sapere su quali elementi si basa la decisione di togliere il bambino alla mamma e di darlo al papà, per esempio. Ti fidi di chi? Del solito perito e qui si comincia a creare il cortocircuito. Chi sono i periti dei Tribunali? Sono gli psichiatri, i neuropsichiatri infantili che si iscrivono al Tribunale medesimo. Con quale formazione? Con quale esperienza? Come vengono pagati? E’ evidente che il grande professionista non collaborerà coi tribunali se lo Stato riconosce solo un rimborso più che simbolico”.
“Tutte le figure – conclude Crepet – devono continuare a formarsi e ci deve essere qualcuno al di sopra che possa in qualche modo validare queste procedure. La politica deve c ambiare le cose che non funzionano”