Quando il “plastic free” serve anche al marketing

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La guerra alla plastica monouso è stata ufficializzata dal parlamento europeo col pacchetto di misure che vieterà entro il 2021 una serie di oggetti di plastica monouso. Nonostante abitiamo in località in cui si fa la raccolta differenziata e in cui la plastica viene riciclata, va considerato che esiste un problema "mondiale" visto che secondo il sito www.greenme.it "le materie plastiche costituiscono l’85% dei rifiuti marini. Sotto forma di microplastiche sono presenti anche nell’aria, nell’acqua e finiscono anche sulle nostre tavole. L’Europa se ne sta finalmente rendendo conto.
Grazie alla nuova direttiva proposta, si eviterebbe l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, danni ambientali pari a 22 miliardi di euro entro il 2030 e si produrrà un risparmio per i consumatori di 6,5 miliardi di euro."

Detto questo ci sono già aziende, ristoranti, locali e bar che si stanno muovendo in questa direzione. Ad esempio a Carpi il ristorante Chalet 3.0 in piazza Garibaldi, 29, ha eliminato le cannucce di plastica, considerando che i cocktail si possono bere direttamente dal bicchiere. Altri locali stanno pensando a come sostituire posate e piatti di plastica con prodotti che si possano buttare nel compostabile. Antress Spa di Carpi ha sostituito le bottigliette di plastica con le borracce che si possono riempire e riutilizzare.

Il "plastic free" è anche un'ottima occasione di marketing per distinguersi dalla concorrenza e per farsi apprezzare dalla clientela visto che i temi della sostenibilità saranno sempre più al centro del dibattico mediatico. Una decisione quindi per l'ambiente ma con benefici anche all'immagine dell'attività che non fa mai male. 

Tutto bello? Non dal punto di vista dei produttori di cannucce, bicchieri e di tutti i prodotti monouso in plastica. Il trend è incontrovertibile, dovranno pensare all'utilizzo di materiali alternativi che almeno inizialmente avranno costi superiori.