Non è solo una questione di Ztl

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Si sono ritrovati ancora lunedì 1° aprile in Sala Duomo per definire priorità e linee strategiche: gli operatori commerciali del centro storico hanno studiato attentamente il Pums, Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, e il Pair, Piano Aria Integrato Regionale, citano passaggi e allegati, e hanno le idee chiare su alcuni punti fondamentali.
“Nonostante di Pair e Pums si senta parlare da parecchi anni – spiega Livio Nora – è stata completamente disattesa l’indicazione, contenuta in entrambi i documenti, di puntare alla massima condivisione all’interno di un percorso. Non c’è stato un momento di informazione e ampio confronto: abbiamo appreso dell’ampliamento della Ztl, Zona a Traffico Limitato, all’intero centro storico il 4 marzo quando il Pums è stato pubblicato sul sito del Comune di Carpi”.  Gli operatori del centro storico non sono stati coinvolti e adesso il tempo stringe: sono previsti sessanta giorni (entro il 4 maggio) per presentare le osservazioni al Piano che estende la Ztl fino ai viali mentre il Piano per la qualità dell’Aria fissa la scadenza per la realizzazione dei propri obiettivi al 1° gennaio 2021, “che è domani per uno che sa come funziona il commercio”.
“Ci siamo subito allarmati e l’intento è quello di approfondire per capire se questa decisione è eludibile perché la Regione ha disegnato la cornice fissando alcuni obiettivi ma ogni Comune poi deve fare i conti con le caratteristiche del proprio territorio e queste non sono uguali per tutti da Parma a Rimini. Tutti noi siamo d’accordo sulla necessità di migliorare l’aria che respiriamo in pianura padana ma l’estensione della Ztl all’intero centro storico di Carpi quanto può incidere? Qual è la percentuale di CO2 che produciamo come centro storico? Servirà l’ampliamento della Ztl per ottenere l’obiettivo fissato dalla Regione di una riduzione del traffico privato del 10%?”. Alcuni aspetti gli operatori sottolineano come fondamentali: l’esigenza di essere coinvolti, la possibilità di esporre le loro opinioni e la necessità assoluta di evitare ciò che è accaduto con la chiusura di Piazza Martiri.  “Chiudere al traffico veicolare non è un provvedimento indolore. Prima vanno messe in campo le risorse per quegli interventi che garantiscono frequentazione e vitalità, migliorano la vivibilità, rendono il cuore della città attrattivo. Non si può chiudere prevedendo interventi solo successivamente in base alle risorse eventualmente disponibili: sarebbe una scorciatoia pericolosa”. Da parte degli operatori non c’è un no a priori: ci sono zone del centro in cui la Ztl può essere modulata soprattutto perché il commercio, diversamente da trent’anni fa, si snoda su pochi assi. E non c’è scontro coi residenti, assicura Livio Nora.
E, ancora, “l’ampliamento della Ztl porta con sé – prosegue Nora – la rivisitazione del piano sosta, del piano traffico, la verifica del regolamento d’accesso alla Ztl e su questi temi noi vorremmo essere ascoltati e aprire un confronto. Carpi non è un capoluogo di provincia: il trasporto pubblico non è quello di una grande città e i collegamenti con Modena e Reggio sono rimasti quelli di quando ero bambino: se l’obiettivo è ridurre il traffico per promuovere la mobilità sostenibile occorre tener conto di questi fattori”.
Se il centro storico viene concepito come contenitore per eventi concentrati nel fine settimana è inevitabile che resti vuoto per la maggior parte dell’anno: “se non si consolidano attività e residenze, se non lo si concepisce come un quartiere che può vivere di una sua autonomia, se non diventa centro della cultura e della storia della nostra città, se viene abbandonato, se non viene presidiato, il centro muore per desertificazione. Poi non ci si deve stupire di tre furti in una sola notte in via Fassi. La sicurezza è direttamente proporzionale alla frequentazione”.
Insomma, la questione della Ztl si inserisce in un contesto di malessere diffuso. Per rivitalizzare il centro storico bisogna crederci e dimostrare di avere sensibilità, capacità di ascolto e buon senso nella convinzione che si possa fare qualcosa. Gli operatori dicono: ci vogliamo essere e “sarebbe un errore pensare che è uno scontro tra il commercio e la città perché è una battaglia per la città” conclude Livio Nora.
Sara Gelli

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