Gli si può cambiare nome ma la sostanza non muta perpetuando l’insanabile conflitto tra gli ambientalisti, che continuano a sostenere la necessità di tutelare l’ambiente fluviale con severi vincoli, e gli agricoltori che cercano di far sopravvivere le loro attività di pregio evitando nuovi adempimenti burocratici. Nel mezzo, per tentare di trovare una soluzione rispettosa della legge regionale 24/2011, ci stanno gli enti locali, diciassette Comuni e la Provincia di Modena. Il percorso, stabilito dall’Ente Parchi Emilia Centrale, non è mai stato dei più lineari e ancora non è detto che si arrivi a una proposta da presentare alla Regione a cui spetta la competenza di decidere.
Naufragato un paio d’anni fa l’iter per la creazione del Parco lungo tutta l’asta del fiume Secchia, nei mesi scorsi è stata discussa la proposta del Paesaggio Naturale Seminaturale Protetto (PNSP) lungo il corso del fiume ma, così come era già successo in precedenza, la delibera pare essersi arenata nei comuni di Campogalliano, Carpi, Modena e Soliera che non ne hanno ancora discusso nei rispettivi Consigli Comunali. L’idea è quella di creare una lunga area protetta di circa 70 chilometri tesa alla conservazione del paesaggio ma anche al mantenimento delle attività umane con esso compatibili.
La proposta di Paesaggio Protetto è stata discussa nei mesi scorsi da tutti i Comuni rivieraschi a partire da Castellarano e Sassuolo fino al confine mantovano: la maggioranza ne ha formalmente approvato l’istituzione ma l’approvazione delle delibere è in stallo nei Comuni di Carpi, Campogalliano, Modena e Soliera, che sono anche quelli con più consistenti porzioni di territorio interessate. “Abbiamo chiesto l’impegno dei Consigli Comunali affinché la delibera venga discussa – afferma il portavoce di Legambiente Carpi, Mario Poltronieri – e, auspichiamo, approvata con celerità: abbiamo quindi indirizzato una lettera ai presidenti dei Consigli e ai consiglieri chiedendo una rapida calendarizzazione della delibera. Il Paesaggio Protetto del Secchia è un progetto che, benché notevolmente ridimensionato rispetto alla proposta iniziale, rimane comunque importante e con ricadute positive per l’area fluviale”.
Restano le perplessità di Confagricoltura Modena “per la creazione di una ulteriore sovrastruttura che impone vincoli all’interno dei quali diventa più difficile lavorare. Si parla di Paesaggio Protetto, ma da cosa? Noi agricoltori proteggiamo il territorio da cui produciamo eccellenze vitivinicole e agroalimentari come il Parmigiano reggiano o la frutta a residuo zero grazie a trattamenti estremamente oculati” afferma il presidente di Confagricoltura Modena, Gianfranco Corradi.
E il Comune di Carpi? “Non ha senso votare una delibera che può ancora cambiare e, per evitare di perdere tempo, appena delibera Modena, delibereremo anche noi” afferma l’assessore Simone Tosi.
Sara Gelli