Come affossare Parco della Cappuccina e Care Residence in una sola mossa

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Lascia alquanto sgomenti la lettera scritta dal presidente della Consulta Ambiente Mario Poltronieri e indirizzata nei giorni scorsi al sindaco Alberto Bellelli e all’assessore Simone Tosi sul Parco della Cappuccina e il recupero dell’ex Consorzio Agrario di via Corbolani. In una sola mossa, infatti, il presidente rischia di affossare due progetti attesi da tempo dalla comunità: la creazione di un grande parco urbano e la realizzazione di un Care residence senza alcuno spreco ulteriore di suolo pubblico. Nella missiva, Poltronieri sminuisce il progetto del Parco della Cappuccina ma le inesattezze riportate sono numerose: “siamo di fronte al solito tipo d’intervento. Un parco con vialetti, panchine, lampioni, giochi bimbi e un’eventuale futura realizzazione di una piscina naturale”. In realtà il parco, che dovrebbe vedere la luce tra febbraio e marzo 2019, è di tutt’altra specie: 120mila metri quadrati di prati e boschi, dal Parco della Resistenza alla tangenziale Losi, dove non ci saranno giostrine (dal momento che il vincolo di rispetto della fascia cimiteriale impedisce la creazione di opere strutturali), né piscine. L’idea, al contrario, è quella di “mettere a disposizione dei grandi prati dove trascorrere del tempo all’aria aperta”. Prati e sentieri, alternati a boschi, peraltro già presenti, “saranno totalmente preservati per la loro preziosa funzione di riequilibro ambientale. All’interno di questi boschetti vi sono già dei sentieri, praticabili in bicicletta o a piedi e il nostro intervento anche dal punto di vista della manutenzione sarà minimo e poco impattante. Insomma un parco simile a quello di Correggio, caratterizzato da percorsi poco invasivi”, ribadisce Tosi. La Consulta dal canto suo lancia una proposta che coinvolge l’area “dove sono presenti una villa storica e un fienile, su cui esiste il progetto del Care Residence”, il cui progetto esecutivo è stato approvato dalla Giunta nel settembre del 2017. L’intervento dal valore di 4,3 milioni di euro prevede che al posto di due degli stabili adibiti a magazzini del Servizio Verde Pubblico presenti nell’area della Cappuccina, (che verranno abbattuti poichè inagibili dopo il sisma del 2012) venga costruito un nuovo edificio. A piano terra troveranno sede due Centri diurni (da venti posti ciascuno) mentre al primo e secondo piano ci sarà una residenza assistita con 14 appartamenti autonomi ma collegati ai servizi e agli spazi comuni sottostanti. Una struttura innovativa, pensata per gli anziani autosufficienti a vita sola o con una rete familiare debole. La Consulta auspica forse una marcia indietro su tale progetto?  “Se si guardano le foto aree scattate dalla RAF, durante la guerra, – si legge nella lettera – si nota che tutt’intorno al cimitero, c’erano le “piantate”, che caratterizzavano il paesaggio rurale di tutto il territorio carpigiano. Noi proponiamo di ripristinarle, piantando farnie, aceri campestri, carpini e olmi, in cui maritare la vite, fornendo anche un esempio di biodiversità in un ambiente agricolo ormai troppo lineare e piatto, perchè votato alla monocoltura. Un progetto di questo genere, molto probabilmente avrebbe costi inferiori, anche nella sua gestione perchè troverebbe la disponibilità delle associazioni della consulta alla sua manutenzione. Su questa proposta, chiediamo all’Amministrazione che si apra un percorso con le associazioni e la cittadinanza, per definire un progetto partecipato e innovativo e contemporaneamente, si sospenda quello attuale, di cui non vediamo l’urgenza”. Il concetto di urgenza è certamente relativo, d’altronde sono anni che si discute dell’importanza di creare un grande parco urbano. Anche sull’ex Consorzio Agrario le idee sono confuse: “pezzo di archeologia industriale, deve avere una funzione pubblica, ma attinente al ruolo avuto nel tempo. Per questo – scrive Poltronieri – non ci convince la proposta di ricavare alloggi di edilizia pubblica, che rischiano di essere del tutto avulsi dal contesto e produrre isolamento, mentre pensiamo che debba essere destinato ad altre funzioni, così come proposto da varie parti: vetrina delle produzioni agro-alimentari del territorio, sede staccata di facoltà universitarie, sede di start up…”. Dell’area di 1 milione di metri quadri di superficie dell’Oltreferrovia, 300mila sono edificabili, di questi, 150mila saranno ceduti al Comune come verde, mentre infrastrutture e case sorgeranno su circa 80mila metri quadri. Su cosa debba diventare quel pezzo di città anche a fronte del progetto di riqualificazione dell’ex Consorzio, del valore di 8 milioni di euro, l’Amministrazione starebbe già ragionando insieme ai promotori del Parco Lama. Il tempismo della Consulta è francamente poco comprensibile.

Jessica Bianchi

 
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