Allenarsi al lavoro, con il volontariato

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Mondo del volontariato e imprese a braccetto per tentare di arginare la piaga della disoccupazione. L’innovativo progetto sperimentale – denominato Volontariato per il lavoro e Responsabilità Sociale d’Impresa e nato dalla sottoscrizione di un accordo tra Fondazione Casa del Volontariato, il Centro Servizi per il Volontariato di Modena, nove associazioni di categoria e Unione delle Terre d’Argine – non ha precedenti nel nostro Paese. “Profit e no profit – ha sottolineato il presidente della Fondazione Casa del Volontariato, Nicola Marino – hanno unito le forze, contaminandosi a vicenda, per rispondere a un’esigenza molto sentita, ovvero quella della ricerca del lavoro. Il protocollo – che verrà firmato il 5 dicembre – è nato grazie alle sollecitazioni delle associazioni che, giorno dopo giorno, si confrontano con temi spinosi come la povertà, la marginalità sociale e la cronicizzazione della disoccupazione. Da tali stimoli, il Tavolo Lavoro (coordinato dal Centro Servizi per il Volontariato e composto da Casa Volontariato, Porta Aperta, Caritas Diocesana, Dedalo onlus e Cooperativa sociale Il Mantello) ha elaborato un percorso di aiuto teso al reinserimento lavorativo e sociale di quelle persone fragili che, pur non rientrando nei percorsi per l’inserimento di soggetti svantaggiati (come ad esempio quello previsto dalla Legge Regionale 30 luglio 2015, n°14), necessitano di un accompagnamento per uscire da un disagio temporaneo e ritrovare la propria autonomia”. 

Un progetto che, aggiunge il presidente del CSV Modena,  Paolo Zarzana, “vuole innanzitutto restituire alle persone dignità e fiducia nei propri mezzi e nel futuro”.

L’ambizione, spiega la referente del Tavolo lavoro, Monica Brunetti, “è quella di trovare in questo primo anno di sperimentazione un’occupazione ad almeno 5 – 10 persone. Lo so sembrano numeri piccoli ma io preferisco essere prudente soprattutto perché, per il suo carattere di novità, questa esperienza è senza precedenti e non abbiamo parametri a cui fare riferimento”. Il progetto, prosegue Brunetti, si rivolge “ai giovani che, una volta usciti dal mondo della scuola senza una qualifica specifica, non hanno ancora trovato un’occupazione, agli over 50 in cerca di un ricollocamento e a quelle donne che decidono di rimettersi in gioco”.

Le fasi del progetto sono quattro e vanno “dall’individuazione dei soggetti da parte delle associazioni che fungono da centri di ascolto alla loro presa in carico. Le persone dopo un colloquio con un formatore verranno inserite in un percorso di volontariato capace di far emergere le loro competenze trasversali e potenzialità. Una volta terminata tale esperienza entreranno a far parte di un elenco messo a disposizione delle associazioni di categoria affinché possano incrociare i vari profili con le posizioni aperte ricevute dalle proprie consociate. Seguirà poi, per i soggetti idonei, l’inserimento lavorativo”, conclude Monica Brunetti.

 “Non possiamo che guardare positivamente a questa iniziativa – sottolinea Tommaso Leone di Ascom Confcommercio – poiché in un momento storico come questo è davvero necessario mettere a fattore comune tutte le esperienze. Unire le forze è fondamentale”.

Carlo Alberto Medici di Lapam-Confartigianato e Francesco Stagi di Cna hanno invece sottolineato il ruolo sociale delle piccole e medie imprese: “le aziende sono sempre più consapevoli della propria responsabilità sociale e del fatto che il loro operare è sì in vista del fatturato, ma anche dell’interesse del territorio in cui operano”. “Questo progetto colma uno spazio vuoto – ha concluso il sindaco Alberto Bellelli – rappresenta una ulteriore sperimentazione per cercare insieme soluzioni innovative in una logica di welfare di comunità”. 

Volontariato per il lavoro e Responsabilità Sociale d’Impresa “si infila nelle zone grigie. Laddove non erano previsti strumenti istituzionali di sostegno. E’ una sorta di allenamento al lavoro tramite il volontariato – sottolinea infine Massimo Morselli di Porta Aperta – capace di restituire dignità alla persona e di reinserirla in una preziosa rete di contatti. Una risposta davvero efficace per tentare di arginare l’emergenza lavoro”.

Jessica Bianchi

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