È un omaggio corale quello che la città di Carpi ha riservato a Giorgio Vecchi. Sfilano in camera ardente Claudio Bergianti e Lella Rizzi, Manuela Ghizzoni e Massimo Barbi, Maurizio Torreggiani e Alberto Bellelli, Giorgio Verrini, Roberto Benatti, Alberto Allegretti, Giancarlo Palmieri e tante persone che semplicemente lo hanno conosciuto e hanno voluto salutarlo un’ultima volta. Tanti hanno partecipato anche alle esequie giovedì 8 novembre presso la chiesa di Quartirolo, gremita all’inverosimile. Non potevano mancare Tommaso Leone, a cui Vecchi ha lasciato il testimone di presidente della Confcommercio cittadina e Massimo Fontanarosa, direttore dell’associazione.
Il nome di Giorgio Vecchi, classe 1948, resterà per sempre legato a una grande stagione, quella di Carpi Centro, l’associazione di commercianti del centro storico, capace di dare vita a un’innumerevole serie di eventi e iniziative che animarono il centro storico carpigiano dalla metà degli anni Novanta. Poi Vecchi fu anche presidente di Confcommercio Carpi, Confcommercio provinciale, presidente della Camera di Commercio e una serie infinita di altre cariche importanti perché non ha mai smesso di battersi per tutelare gli interessi dei commercianti, del territorio, delle piccole e medie imprese.
“In questa dimensione, nel tempo presente, ognuno di noi è chiamato a spendersi e così ha fatto Giorgio che ha messo le sue forze, le sue capacità e il suo tempo al servizio della comunità. Lui ha fatto la sua parte per prepararsi alla vita eterna” ha detto don Fabio Barbieri nel corso dell’omelia. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio come in un abbraccio che è uno dei gesti più intimi e più belli perché significa tu sei parte della mia vita, la vita eterna è l’abbraccio divino ed è lì che la nostra vita trova la sua pienezza: tutti noi abbiamo sentito l’abbraccio di Giorgio”.
Da tempo il negozio di cornici di via Berengario era chiuso, per gli impegni istituzionali e poi per la malattia ma è stato per anni un punto di riferimento per discussioni sulla città: si fermavano commercianti e sindaci, assessori e rappresentanti delle associazioni di categoria.
A volte ci si confrontava, ma spesso si facevano solo due chiacchiere e Giorgio si lasciava andare a confidenze sulla sua famiglia così unita e sulla gioia di diventare nonno. Bastava quel sorriso sotto i baffi: era il segnale inconfondibile che ti invitava a entrare.