Inquinamento atmosferico: prevenire è meglio che correre ai ripari!

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Trafair – Understanding Traffic Flows to Improve Air quality (Analisi del flusso veicolare per il monitoraggio e miglioramento della qualità dell'aria nei contesti urbani) ha mosso i suoi primi passi: l’ambizioso progetto da più di 2 milioni di euro, co-finanziato dalla Comunità europea, mira a porre sotto controllo e a contenere l’inquinamento atmosferico della città e vede coinvolte nella fase sperimentale Modena, Firenze, Livorno, Pisa, Saragozza, Santiago de Compostela. L’obiettivo? “Monitorare e prevedere la qualità dell'aria attraverso l'analisi del flusso veicolare e le previsioni metereologiche”, spiega la professoressa carpigiana Laura Po del Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" di Unimore, capofila del progetto.
“Una delle principali fonti di inquinamento atmosferico – sottolinea l’ingegnere informatico – è causata dal traffico stradale e dai trasporti che determinano, tra gli altri, alti livelli di monossido di carbonio, ossidi di azoto e ozono. Tuttavia, i comuni e i cittadini soffrono della mancanza di strumenti affidabili e veloci per stimare il livello di inquinamento derivante dalle diverse condizioni del flusso di traffico che consentirebbe di ottimizzare le strategie di controllo”. Le centraline di Arpae, infatti, sono poche e dunque i dati sulla qualità dell’aria nel tessuto urbano sono parziali: “a Modena le stazioni Arpa sono soltanto due; una nella trafficata via Giardini e l’altra all’interno del Parco Ferrari. Non avendo nessun altro dato a disposizione, la nostra ipotesi è che ci siano livelli di inquinamento fortemente diversificati in città. Per tale motivo verranno installati una dozzina di sensori di qualità dell'aria a basso costo per avere dei dati indicativi sui livelli di concentrazione di quattro gas: dai quartieri residenziali alle Ztl, dalle zone industriali ai luoghi sensibili, come scuole e ospedali, alle strade più trafficate”. I dati rilevati, unitamente a quelli registrati da Arpa, andranno così a comporre “una sorta di mappa dell’inquinamento urbano, grazie alla quale potremo stabilire, in tempo reale, quanto sia salubre – o meno – l’aria a Modena”, sottolinea la professoressa Laura Po. Il progetto Trafair, della durata di due anni, però, va ben oltre: “il secondo obiettivo del nostro team, composto da ingegneri informatici e ambientali, è quello di sviluppare un servizio per la previsione della qualità dell'aria urbana in base alle previsioni metereologiche e ai flussi veicolari (oltre a questa sorgente di inquinamento sarebbe utile riuscire a implementarne anche altre, come lo smaltimento rifiuti, il riscaldamento o gli inquinanti prodotti dalle industrie per ottenere così dati maggiormente affidabili)  avvalendosi delle tecnologie High-performance computing per elaborare, tramite complessi modelli di simulazione, il calcolo della diffusione di inquinanti nell'area urbana nelle ore e nei giorni successivi. Dai test su scala ridotta che abbiamo condotto sino a questo momento è emerso come vi sia una correlazione tra dato simulato e quello misurato: anche se la previsione non è precisa al 100 percento è comunque correlata al dato reale. Questo significa che riusciremo a individuare i nodi più critici”.
L’ambizione di Trafair è quella di mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni degli strumenti utili per gestire le infrastrutture (i sensori di qualità dell'aria) e visualizzare i dati previsionali di cui far tesoro qualora, ad esempio, si vogliano apportare delle variazioni ai flussi di traffico in punti particolarmente critici o, ancora, valutare gli effetti derivanti dall’introduzione di auto elettriche nel parco veicolare cittadino.
“Trafair – conclude la professoressa Laura Po – produrrà nuove informazioni a vantaggio di cittadini e amministratori. Avere a disposizione dati previsionali, infatti, significa poter adottare azioni preventive anziché limitarsi a correre ai ripari dopo i superamenti delle soglie dei vari inquinanti”.
Jessica Bianchi

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