Ci sono genitori che fotocopiano e plastificano i documenti per soddisfare il desiderio della propria figlia di entrare assolutamente in un locale nonostante il divieto d’ingresso per i minori di sedici anni. “Basta che siamo vestite bene, col rossetto, i tacchi e nessuno ci dice nulla”. Ci sono locali in cui nemmeno li chiedono i documenti.
Una volta dentro la discoteca, “puoi prendere da bere di tutto, come e quanto vuoi”: il prezzo dell’ingresso comprende la consumazione, se invece si fa parte di un ‘tavolo’, l’alcol lo si trova direttamente lì, prosecco e bevande per fare i cocktail. A raccontare le dinamiche serali interne alle discoteche è una ragazza che oggi ha diciassette anni ma che ha iniziato a frequentare discoteche a quindici. Non le è mai capitato che qualcuno si sia opposto, “non fanno domande, servono e basta”. Per aggirare la legge, spesso è un maggiorenne che si fa carico di ritirare il bicchiere al bancone per poi allungarlo al minorenne. Come fanno a tornare a casa? Possibile che i genitori non se ne accorgano? “Per non farsi scoprire si va a dormire dagli amici dove ci sono genitori che non controllano, oppure si torna a casa con un amico maggiorenne”. A metà settembre una ragazza si è sentita male all’uscita da un locale in zona Monte Kosica a Modena e gli amici che hanno chiesto aiuto al 118 sono riusciti a evitare le gravi conseguenze del coma etilico. A metà ottobre il questore di Modena ha chiuso per venti giorni la discoteca Kyi di Baggiovara dove il 6 ottobre un ragazzino di quindici anni è svenuto all’interno del locale e i medici intervenuti hanno verificato che l’adolescente aveva sfiorato il coma etilico. Il quindicenne accompagnato dalla madre si è così rivolto alla Polizia che, raccogliendo i racconti di altri minorenni, ha deciso il provvedimento di chiusura temporanea del locale. “E’ molto complesso il discorso – spiega Gabriele Fantuzzi presidente provinciale del Silb, Sindacato Locali da Ballo di Confcommercio – perché c’è sempre il rischio che il maggiorenne compri l’alcol e lo passi all’amico minorenne. Noi diamo dei braccialetti ai ragazzi maggiorenni che così possono bere alcolici: è una misura che tutti i gestori possono adottare perché la legge scarica la responsabilità su di loro. Per quanto è possibile chiediamo i documenti all’ingresso ma molti ragazzi li falsificano e consigliamo ai nostri associati di controllare sempre i documenti cartacei perché adesso i ragazzi hanno l’abitudine di portarsi la foto dei documenti nell’IPhone e spesso non è attendibile. L’ideale sarebbe arrivare a fare eventi dedicati solo ai minorenni: noi tempo fa avevamo chiesto al Comune di Modena un’autorizzazione per dedicare alcune domeniche ‘analcoliche’ ai ragazzi dai quattordici ai diciotto anni, poi ci siamo scontrati con la burocrazia e non siamo riusciti a ottenere le autorizzazioni”. Fantuzzi non sottrae le famiglie alle loro responsabilità: “un tempo i nostri genitori non ci permettevano di andare a ballare da adolescenti mentre ora un ragazzino di quindici anni spesso viene portato dai genitori ma loro sanno che al di sotto dei sedici non si può entrare in discoteca. Viene scaricata sui gestori una responsabilità che va anche oltre quella che dovrebbero avere”.
Sara Gelli