Trent’anni e un futuro da costruire pezzo per pezzo. Rosaria Cappuccio, 30 anni, di Soliera il suo se lo sta cucendo con forbici, ago e metri di stoffa bianca con cui realizza i sogni di spose e invitate.
Sono sempre di più i giovani che per far fronte alla disoccupazione, decidono di mettersi in gioco con un’attività in proprio con cui cercare di far fruttare le proprie capacità creative, intellettive e manuali.
Dopo che l’azienda di abbigliamento per bambini in cui lavorava ha chiuso i battenti a causa della crisi, Rosaria non si è persa d’animo e ha deciso di aprire un ufficio stilistico e sartoriale specializzato in abiti da sposa, bambino e cerimonia.
“Già quando lavoravo come dipendente nell’azienda di abbigliamento bimbi collaboravo con boutique di abiti da sposa fornendo loro consulenza e supporto nelle varie fasi della realizzazione. Quello del wedding è un settore che conosco bene e che ho sempre coltivato parallelamente al mio lavoro di stilista per bambini”.
Da dove nasce questa passione per il mondo del wedding?
“Sono sposata con Paolo e tra le immagini più romantiche che ho coltivato sin da bambina c’è proprio quella di incamminarsi verso l’altare, fissando negli occhi il proprio futuro marito, con un abito da principessa. Più della passione per la moda nutro quella per le favole. E’ da lì che deriva la mia scelta di specializzarmi nella creazione di abiti da sposa e da bambino. Due campi in cui fantasia e romanticismo trovano ampio spazio e in cui posso esprimere al meglio la mia personalità”.
Quando hai capito che potevi provare a investire in un’attività in proprio?
“Dapprima sono partita in piccolo, qualche abito che mi commissionavano delle amiche o delle conoscenti e che realizzavo da zero a partire dai desideri espressi dalla cliente e dal bozzetto che in seguito proponevo loro. Poi, con il passaparola e il tam tam su Facebook sempre più donne hanno iniziato a conoscere il mio lavoro e i miei vestiti e a contattarmi, e così ho trovato il coraggio di aprire un atelier in via Viazzolo, 230 a Soliera. Si chiama White Diamon (www.whitediamondsposa.com) ed è la mia seconda casa.
Ho creato una collezione di abiti wedding Chloe e l’obiettivo è quello di realizzare una nuova collezione ogni anno. A partire da questi capi faccio modifiche, aggiunte, piccoli interventi per adattare l’abito alle richieste e ai desideri delle clienti, ma deve scoccare subito la scintilla verso l’abito giusto”.
E come capisci che è scattata?
“Da come si illuminano i loro occhi quando si guardano allo specchio. Poi, lo prendono tra le mani, lo accarezzano e continuerebbero a farlo per ore. Sorridono, ridono e alla fine non vorrebbero più sfilarselo. Difficile che abbiano ripensamenti quando reagiscono così alla prima prova. Il mio compito è quello di guidarle nella scelta e personalizzazione dell’abito senza influenzarle, ma aiutandole a fugare ogni dubbio e a seguire il loro cuore”.
Tra le tue ambizioni c’è quella di far conoscere i tuoi vestiti al di là dei confini della provincia o, perché no, della regione?
“Magari! Mi piacerebbe molto dar vita a un marchio che diventi noto e venduto in tutta Italia. Oggi, grazie al web e ai social network le possibilità di farsi conoscere si sono ampliate, ma non è affatto facile riuscire a emergere e avere successo. Ci proverò, pezzetto dopo pezzetto, strascico dopo strascico”.
Chiara Sorrentino